Quel Pd dove l’unità è soltanto un ricordo

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Nessuna pace. Anzi, nemmeno una tregua armata. Semplicemente si cerca di ignorare il problema, che però è lì e riemerge sistematicamente. Il Partito Democratico è spaccato. Non soltanto in provincia di Frosinone, ma in casi come questi il “mal comune” non fa “mezzo gaudio”. Anzi, semmai raddoppia la pena.

Il congresso si farà, sussurrano tutti, guardandosi bene però dallo specificare il mese. E l’anno. Eppure soltanto da un congresso può uscire una classe dirigente legittimata, in grado di dettare la linea per una stagione politica straordinariamente importante in provincia di Frosinone. Nella primavera del 2016 si vota in una trentina di Comuni, fra i quali ci sono Cassino, Alatri e Sora, centri strategici non soltanto amministrativamente ma pure politicamente.

A livello nazionale tutto ruota attorno alla riforma del Senato: se dovesse essere bocciata, allora si avvicinerebbero le elezioni politiche anticipate. Il premier Matteo Renzi, però, è sicuro di farcela, consapevole pure che prima o poi la resa dei conti interna con Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani arriverà. Normale che si tenga presente uno scenario del genere. Difficilmente però si andrà alle urne prima di luglio 2016, quando entrerà in vigore l’Italicum. Prima di quella data sarebbe in vigore il sistema attuale, senza il premio di maggioranza. Un proporzionale puro. Intanto comunque fioccano le ipotesi relative alle candidature.

Se si andrà a votare con l’Italicum, ci sarà un capolista (blindato) e cinque persone che faranno parte della lista e dovranno prendere i voti. Al posto di capolista punta il senatore Francesco Scalia, ma non è scontato. Infatti non si può escludere che alla fine come capolista, nei cento collegi nazionali, vengano indicati i big. Per il resto, la senatrice Maria Spilabotte intende giocarsi fino in fondo le sua carte. Puntando non soltanto sulle quote rosa.

Parlamentare uscente è anche Nazzareno Pilozzi, eletto la volta scorsa nelle file di Sel. Poi sicuramente ci sarà un’a ltra donna. Sara Battisti, presidente provinciale del partito ed esponente dell’area che fa riferimento a Matteo Orfini, è in piena corsa. Potrebbe dire la sua anche l’attuale segretario Simone Costanzo. Ma è evidente che molti degli equilibri passeranno dalle scelte di Francesco De Angelis, presidente del Consorzio Asi.

In un’ipotetica operazione “squadra forte” i vertici nazionali dei Democrat potrebbero chiedere a tutti i leader di stare in campo. Forse chissà, la sfida diretta tra De Angelis e Scalia potrebbe avvenire su questo terreno. Ma intanto c’è da affrontare la questione delle elezioni comunali in circa trenta Comuni.

Il Pd viene da spaccature clamorose: a Veroli e Isola Liri prima e a Ceccano poi. A Cassino, Alatri e Sora non si può sbagliare, anche se alcune situazioni sono già definite. A Sora, per esempio, la ricandidatura del sindaco Ernesto Tersigni sarà sostenuta anche dall’area del senatore Francesco Scalia. Senza un congresso la linea unitaria alle comunali resterà un’utopia. Il nodo è soprattutto quello della legittimazione di chi ha il compito di guidare il partito. Da più di un anno la tensione tra il segretario Simone Costanzo e il senatore Francesco Scalia avviene proprio su questo punto.

Sullo sfondo rimane anche la prospettiva delle prossime elezioni regionali. Gli uscenti saranno tre: Mauro Buschini, Daniela Bianchi e anche Marino Fardelli. Buschini punterà alla riconferma. Per quel che riguarda Daniela Bianchi, eletta la volta scorsa direttamente nel listino di Nicola Zingaretti, proprio nei giorni scorsi sul suo blog ha pubblicato una lettera molto critica nei confronti del partito, avvertendo che “l’estate sta finendo”. Possibili degli sviluppi. Marino Fardelli, eletto nella Lista Bongiorno, da qualche tempo sostiene Zingaretti ed è vicino alle posizioni del Pd, sponda Scalia. Il suo nome è tra quelli che circola maggiormente per quanto concerne una candidatura a sindaco di Cassino. Fra i nomi circolati per le candidature regionali c’è stato pure quello di Antonio Pompeo, presidente della Provincia e sindaco di Ferentino. In effetti Francesco Scalia ptrebbe puntare su di lui. Alla fine, però, si torna al congresso che non si celebra.

Il segretario Simone Costanzo punta alla riconferma, lungo l’asse che comprende pure Francesco De Angelis e Sara Battisti. L’area di Scalia potrebbe mettere in campo Domenico Alfieri e Germano Caperna, entrambi consiglieri provinciali. Ma il congresso si farà? Alla fine l’ultima parola sarà di Lorenzo Guerini e Fabio Melilli, rispettivamente coordinatore della segreteria nazionale e responsabile regionale del Partito Democratico. Il paradosso è evidente: se non si dà il via libera al congresso per non far esplodere le spaccature, come si pensa di recuperare l’unità? A Ceccano la frattura nel Pd ha provocato la spaccatura dell’intero centrosinistra. Stesso discorso a Frosinone, dove tra i due ex sindaci Domenico Marzi e Michele Marini c’è più di un semplice “gelo”. Per non parlare della Provincia, dove il gruppo unico tra Pd e Democratici per Pompeo non c’è stato. E non ci sarà. È tempo di Feste dell’Unità. Mai come adesso il termine simbolo (Unità) appare di un’altra epoca.

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