Regione, i ciociari che lottano per il vitalizio

PIERFEDERICO PERNARELLA per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Aggrappati al vitalizio fino all’ultima carta bollata. Non hanno intenzione in alcun modo di mollare gli ex consiglieri regionali interessati dalla riforma del 2014 con cui la Regione Lazio ha riformato la legge sugli assegni a cui hanno diritto, una volta concluso il mandato, gli ex membri della Pisana. Una riforma contro la quale si è costituta l’associazione degli ex consiglieri della Regione Lazio che da oltre un anno si sta battendo, attraverso convegni ma soprattutto ricorsi giudiziari, per dimostrare l’illegittimità dei provvedimenti assunti.

Nella lista dei 77 ex consiglieri firmatari dei ricorsi spuntano anche diversi politici ciociari. Sono i seguenti: Alfredo Pallone, Wanda Ciaraldi, Danilo Collepardi, Fernando D’Amata, Gerardo Gaibisso, Rita Padovano, Giuseppe Paliotta, Fabio Schietroma, Ettore Urbano.

La prima mossa degli ex consiglieri ribelli si è conclusa con un nulla di fatto. L’associazione di lotta per il vitalizio si era infatti rivolta in prima istanza al Tar, ma i giudici amministrativi si sono dichiarati incompetenti.

Gli ex consiglieri non si sono dati per vinti e fermi sulle loro posizioni sono tornati alla carica rivolgendosi questa volta al tribunale civile e chiamando in giudizio il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti e il presidente del Consiglio regionale, Daniele Leodori.

L’udienza è stata fissata per il 15 dicembre. Sarà questo il primo round della querelle giudiziaria che rappresenta l’ultima spiaggia per salvare l’agognato o odiato, a seconda dei punti di vista, vitalizio. La legge oggetto del contendere è la numero 12 del 2014. Tale provvedimento ha rivisto la normativa precedente che consentiva agli ex consiglieri di avere un vitalizio a partire dai 55 anni oppure a 50 anni con una decurtazione per ogni anno di anticipo. Insomma, una baby-pensione che negli anni passati è diventato uno dei simboli più odiati dei privilegi della cosiddetta Casta. La legge approvata l’anno scorso, invece, ha aumentato a 65 anni l’età minima per percepire l’assegno, con l’opzione dei 60 anni con un taglio del 5% per ogni anno di anticipo.

La legge è intervenuta anche per coloro che già percepiscono il vitalizio sulla scorta della vecchia normativa. Le nuove disposizioni prevedono un contributo di solidarietà triennale con un’aliquota che cresce in base all’importo minimo Inps. Inoltre i vitalizi sono stati ridotti in maniera crescente e per color che percepiscono un vitalizio dalla Camera o dal Senato l’aliquota del contributo di solidarietà arriva fino al 40%.

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