Ricorso respinto, ha ragione Acea: i 75 milioni sono dovuti

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da IL MESSAGGERO ED.FROSINONE

I 75 milioni di euro che il Commissario ad acta nominato dal Tar aveva riconosciuto nel 2013 ad Acea Ato 5, gestore del servizio idrico in provincia di Frosinone, come conguagli tariffari per il periodo 2006-2011, sono dovuti. A ribadirlo è stato il Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso dell’Autorità d’ambito (l’ente pubblico presieduto dal presidente della Provincia Antonio Pompeo deputato all’organizzazione e al controllo della gestione del servizio integrato).

L’Autorità d’ambito aveva chiesto ai giudici di annullare la delibera del Commissario con cui venivano riconosciuti ad Acea quei soldi. Il collegio dei giudici, presieduti dal presidente Giuseppe Severini, respingendo il ricorso, ha chiuso definitivamente il capitolo giudiziario legato a tali conguagli, dando dunque pienamente ragione al gestore.

Quei soldi erano stati riconosciuti ad Acea il 30 maggio 2013 dal Commissario ad acta Egidio Dell’Oste, nominato dal Tar di Latina, al quale la società si era rivolta per chiedere che, dopo anni di inadempienza da parte della Conferenza dei sindaci, venisse definita una tariffa per il servizio idrico. La tariffa fu dunque fissata dal commissario Dell’Oste e così i conguagli per gli anni 2006-2011: 75 milioni di euro che spettano al gestore come differenza tra quanto incassato in quegli anni con le tariffe provvisorie (definite dalla conferenza dei sindaci) rispetto a quanto avrebbe dovuto incassare applicando il metodo tariffario normalizzato.

Conguagli che i cittadini stanno pagando ancora oggi: fu l’Autorità d’Ambito infatti a decidere di spalmare quei costi sulle bollette e non, ad esempio, di “scalarle” sui canoni concessori che Acea Ato 5 doveva ai Comuni. La stessa Autorità d’Ambito, poi, aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato ritenendo non dovute quelle somme.

I giudici hanno respinto il ricorso. I 75 milioni dunque sono dovuti.

 

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