Sellari mette i bastoni tra le ruote di De Angelis: alt alla vendita Vdc

Prima erano amici. O così sembrava. Ad immortalare la loro unione c’erano ogni giorno i selfie che li riprendevano durante la colazione da Tucci. Gli aperitivi dopo le riunioni di CdA. Le cene a base di capretto. Poi qualcosa si è rotto tra il presidente dell’Asi Francesco De Angelis e il consigliere d’amministrazione Luca Sellari. Un’amicizia sulla quale molti avevano malignato. Senza poter andare oltre perché nulla che apparisse ben più che regolare era mai emerso. Le malignità erano cominciate quando De Angelis aveva puntato la sua attenzione sulle mura dell’ex colosso industriale Videocon. E Sellari, a proposito di immobili, è un mago: fa l’immobiliarista con buon successo. Ora hanno discusso, guarda caso proprio sulle mura di Vdc. Sellari ha detto no alla vendita. O meglio: ha detto no alla vendita nel modo in cui vuole farla De Angelis.

 

 

PIERFEDERICO PERNARELLA per IL MESSAGGERO ED FROSINONE
Sembrava dovesse essere cosa fatta. Invece per la messa a punto del bando di vendita del sito industriale dell’ex Vdc Tecgnologics di Anagni bisognerà attendere ancora. Un cambio di programma dell’ultimo momento se è vero, come è vero, che l’ordine del giorno della seduta di ieri del consiglio di amministrazione del Consorzio Asi parlava chiaro. Annunciava: Vendita del Compendio. Approvazione procedura di scelta del contraente mediante il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Valutazione e approvazione dei criteri. Affidamento stima importo a base d’asta.

Al contrario, nella riunione di ieri mattina del Cda non si è votato o approvato nulla. Il presidente dell’Asi, Francesco De Angelis, fa sapere che in apertura dei lavori aveva spiegato che non ci sarebbe stato nulla da votare o da approvare. In ogni caso la riunione di ieri ha fatto registrare un fatto nuovo. E’ la contrarietà di un componente del Cda dell’Asi al percorso finora portato avanti per la vendita del sito dell’ex Vdc.

 

I DUBBI DI SELLARI
Il consigliere Luca Sellari ha fatto mettere a verbale, per poi abbandonare i lavori, le proprie riserve. Sia sulla legittimità che la fattibilità della vendita del complesso industriale secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Secondo Sellari il sito dell’ex Vdc può essere venduto in un solo modo: in base al suo valore immobiliare nudo e crudo. Stop. Stima che esiste ed è quella stabilita dal consulente del Tribunale di Frosinone nominato nell’ambito della procedura fallimentare: 18.621.005 euro. Sito per il quale, negli anni, lo Stato ha sborsato qualcosa come circa 160 milioni di euro (114.518.545 euro di contributi e 47.493 di interessi).

Il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa rischia, secondo Sellari, di portare ad una svendita dello stabilimento e quindi di creare un danno alle casse pubbliche. Rischio che esiste anche se la vendita ad un prezzo più basso di quello di mercato verrebbe compensata – così come richiesto dall’Asi – da assunzioni, tecnologie innovative per abbassare l’impatto ambientale, realizzazione di infrastrutture e donazione di una parte del sito, non inferiore ai 5.000 metri quadrati, al Consorzio. Criteri che lasciano ampi margini di discrezionalità sulla scelta del progetto migliore. E non danno le necessarie garanzie per la vendita del complesso industriale più grande del Lazio, a due passi da Roma e dall’autostrada, dopo lo stabilimento Fiat-Fca di Cassino.

 

IL TAVOLO TECNICO
Ora che succederà? Il presidente De Angelis non sembra voler dare troppo peso alle frizioni emerse ieri nel Cda. «Così come era stato previsto dal protocollo firmato a suo tempo – dichiara – della stesura del bando se ne occuperà un tavolo tecnico composto da Asi e Regione. In questa sede porteremo tutte le posizioni raccolte nel corso della lunga fase di consultazione con associazioni di categoria degli industriali, sindacati, consiglieri regionali. Illustreremo anche quella del consigliere del Cda Luca Sellari». De Angelis ad ogni modo ribadisce quanto ripetuto in questi mesi: «Nel percorso di reindustrializzazione dell’ex Vdc abbiamo voluto dare priorità all’occupazione, soprattutto giovanile, dando spazio a progetti credibili e all’avanguardia sotto il profilo tecnologico. Un’impostazione che è stata condivisa da tutti coloro con i quali ci siamo confrontati in questi mesi condividendo il lavoro per la messa a punto del bando».

 

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