I soldi per i tagli ai ticket? Finiti nelle tasche dei vertici Asl

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CESIDIO VANO per LA PROVINCIA QUOTIDIANO

Strana nazione l’Italia. Nel 2009 il Governo ha detto alle Regioni di tagliare del 20% gli stipendi dei direttori delle Asl per finanziare l’abbattimento del ticket sanitario. Ma nel Lazio il ticket non è stato mai diminuito, anzi.

Così i vertici aziendali hanno potuto richiedere la restituzione delle somme decurtate. Il tutto con il via libera di Corte dei Conti e Consulta. La Asl di Frosinone ha dovuto restituire oltre 300.000 euro agli ex dg e ed direttori amministrativi e sanitari. Soldi che sarebbero dovuti servire, invece, a non far pagare i medicinali ai malati più indigenti.

La Regione non taglia
La colpa, se di colpa di tratta, è della Regione Lazio. Colpa ‘politica’ sia chiaro: le amministrazioni regionali che si sono succedute dal 2009 in poi non hanno inteso raccogliere l’indicazione data, all’epoca, dal Governo Monti, con tanto di decreto legge, di abbattere il costo del ticket sui farmaci per i meno abbienti grazie alle risorse derivanti, in parte, da uno stanziamento statale e, in parte, dal taglio del 20% agli stipendi dei direttori generali, amministrativi e sanitari di Asl e aziende ospedaliere.

Il Lazio ha sì tagliato lo stipendio ai vertici delle aziende che gestiscono la sanità, ma non ha poi mai utilizzato quelle risorse per togliere o mitigare il ticket sui farmaci, che anzi è stato pure rincarato.

Tutti alla Consulta
L’iniziativa di togliere soldi a manager e direttori delle strutture sanitarie per non far pagare i farmaci ai malati più poveri non è piaciuta affatto, soprattutto, alle stesse Regioni che hanno fatto ricorso alla Corte costituzionale, ritenendo lo Stato colpevole di aver legiferato in una materia di loro stretta competenza. La Consulta, pur ritenendo legittima la legge, ha precisato – semplifichiamo al massimo – che la stessa normativa non è vincolante per le regioni, le quali potevano adeguarsi o meno, in tutto o in parte. Il Lazio non si è adeguato per niente.

“Aridatece i soldi!”
Se la Regione Lazio non ha utilizzato le risorse ottenute dal taglio degli stipendi a manager e direttori di Asl e ospedali per abbattere il ticket sanitario, quei soldi vanno restituiti. Lo ha detto la Corte dei conti che ha archiviato l’indagine sulla mancata applicazione delle norme varate dal Governo e chiarito che si potevano tagliare gli stipendi dei vertici sanitari solo se poi, con quei soldi, si abbassava il balzello farmaceutico ai malati. Cosa che non è avvenuta “per libera scelta politica” dicono i togati contabili.
Agli ex dg e direttori non è parso vero: adesso ci dovete ridare tutti i soldi!

E mica no…
C’è voluto un po’. C’è voluta tutta l’insistenza di qualche ex direttore molto determinato, ma poi le Asl hanno dovuto pagare. Pure quella di Frosinone. Il tempo di convincere il commissario straordinario Luigi Macchitella che doveva allentare i cordoni della borsa e la cosa è stata fatta, ma zitti zitti e senza far capire nulla. Soprattutto ai malati che il ticket debbono continuare a pagarlo.

Trasparenza zero alla Asl di Frosinone
Lo scorso 4 maggio con la delibera n.618 il commissario Macchitella ha provveduto a restituire il ‘maltolto’ ai vari direttori che sono stati in carica dal 2009 al 2014 (quando la Asl ha ricominciato a pagare gli stipendi per intero). Solo che – come alla Asl di Frosinone credono sia cosa normale, legittima e regolare – la delibera è stata pubblicata all’albo on line solo per oggetto. (Che la cosa sia contraria alla normativa – detto per inciso – lo ha chiarito anche la Regione Lazio, ma nessuno interviene a ripristinare il rispetto delle regole. Men che mai Macchitella). Ad ogni modo: sapete qual è l’oggetto di questo ‘singolare’ atto di pagamento: “Vertici aziendali: provvedimenti”. Chiaro no? Ché tanto i cittadini certe cose non le debbono sapere, non le debbono vedere e – soprattutto – non le debbono capire!

Tutti i soldi restituiti ai legittimi proprietari
Ed ecco: giustizia è fatta. Al dottor Antonietta Costantini, dall’aprile 2009 al novembre 2011 direttore amministrativo e commissario straordinario della Asl, sono stati restituiti 67.053,39 euro; al dottor Carlo Mirabella (deceduto nel 2012) sono stati restituiti 71.030,69 euro; al dottor Mauro Vicano, direttore sanitario e dg facente funzioni dal 2010 ad inizio 2014, sono stati restituiti 75.678,24 euro; al dottor Luca Di Maio, direttore amministrativo dal dicembre 2011 all’aprile 2014, sono stati restituiti 53.573,97 euro; al dottor Vincenzo Suppa, direttore generale dal gennaio 2013 al dicembre 2013, sono stati restituiti 27.318,33 euro ed infine al dottor Raffaele Ciccarelli, direttore sanitario e dg facente funzioni dall’aprile 2009 all’ottobre 2010 sono stati restituiti 8.005,09 euro.

 

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