Magliocchetti: «Ecco come vengono spesi male i nostri soldi in Regione»

di DANILO MAGLIOCCHETTI
Consigliere Comunale e provinciale di Frosinone

Andando ad analizzare il sito della Regione Lazio, dedicato alle spese dell’Ente, segnatamente il link “openspesa”, si scopre che nel corso dell’anno 2015, la Regione ha tirato fuori qualcosa come quasi 26 miliardi di euro. 25,9 per essere precisi.

La fetta senza alcun dubbio più rilevante di questa spesa, il 70%, pari a 11 miliardi e 403 milioni di euro, è rappresentata dalla Sanità. Mentre il 10% è per il debito pubblico con 1 miliardo e 681 milioni, il 10% alla mobilità con 1 miliardo e 361 milioni spesi, il 4,71% per i servizi generali ed istituzionali con 774 milioni di euro. Seguono poi, in termini di percentuali di spesa decrescenti, le politiche sociali e la famiglia con 1,72%, lo sviluppo sostenibile e l’ambiente con 1,29% , il lavoro e la formazione con 1,07%. Vengono poi altri settori che non raggiungono l’1% della spesa.

La prima riflessione che viene da fare è che Politiche Sociali, Lavoro e Ambiente, che sono settori strategici per la comunità, anche dal punto di vista dello sviluppo, non raggiungono il 5% del totale delle spese della Regione.

Quindi, senza in alcun modo voler formulare critiche, ma solo come constatazione, andrebbe forse rivista la scala delle priorità degli interventi in termini di destinazione di spese del bilancio regionale.

Per quanto riguarda la spesa sanitaria corrente, quella cioè che è servita per il finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei LEA i Livelli Essenziali di Assistenza, in pratica il minimo indispensabile per una adeguata assistenza sanitaria n.d.r.), che comprende le spese relative alla gestione sanitaria accentrata presso la regione, le spese per trasferimenti agli enti del servizio sanitario regionale, le quote vincolate di finanziamento del servizio sanitario regionale e le spese per la mobilità passiva, di questi 11 miliardi e 403 milioni di euro, che costituiscono il 91% della intera spesa sanitaria, scopriamo che, nel 2015, le prime 6 ASL del Lazio con più pagamenti, sono state: la ASL Roma C con 1,6 miliardi di euro; la ASL Roma E con 1,2 miliardi di euro; la ASL di Frosinone 642 milioni di euro; la ASL di Latina 639 milioni di euro; la ASL Roma A con 596 milioni, ed infine la ASL Roma H 591 milioni di euro.

Anche questi dati inducono ad alcune riflessioni.

I pagamenti fatti per le ASL di Frosinone e Latina insieme, non raggiungono quelli della Roma C da sola. Da notare che le 2 province, Frosinone e Latina, hanno un bacino di utenza di più di un milione di abitanti, mentre l’attuale bacino di utenza della Roma C è di circa 555 mila residenti.

Ulteriore elemento di riflessione, a Frosinone sono stati destinati pagamenti per 642 milioni di euro, più che alle ASL di Roma A e Roma H, che per estensione territoriale, numero di utenza potenziale e posti letto non sono certamente inferiori a quella locale.

La domanda che allora dobbiamo tutti porci è la seguente, non è che spendiamo male tutti questi soldi e non riusciamo a garantire accettabili livelli essenziali di assistenza per le cure dei cittadini, come invece accade per le strutture di Roma?

Un monitoraggio puntuale preciso su questi 642 milioni di euro destinati nel 2015 alla ASL di Frosinone credo sia a questo punto non più procrastinabile.

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