Perchè i tifosi del Frosinone non possono sgrullare un po’ i capotreno

Stefano Pizzutelli

di STEFANO PIZZUTELLI

Blogger (quando ne ha tempo)

 

Finalmente lo sappiamo. Erano 800. Ottocento tifosi ciociari che hanno creato una situazione «di potenziale pericolo»; alcuni (ma quanti? 10, 100, tutti e 800?) hanno malmenato il capotreno, che veniva colto da malore e trasportato via in ambulanza. Ecco che finalmente conosciamo la verità su quello che accadde la sera del 4 ottobre alla stazione Termini.

Chi è stato? Nessuno lo sa, perché le telecamere c’erano, ma la visione delle registrazioni non ha consentito l’individuazione di nessuno. Beh, è ovvio, erano 800. Diamine, altri 200 e potevamo tentare lo sbarco in Sicilia; 500 in più degli audaci di Pisacane e degli Spartani alle Termopili.

Brilla innanzitutto per tempestività, la risposta del Ministero dell’Interno all’interrogazione con cui il senatore della Repubblica Francesco Scalia chiedeva di conoscere sulla base di quali motivi è stato impedito ai tifosi del Frosinone d’andare a Firenze per assistere alla trasferta di campionato che vedeva impegnati i canarini in casa del premier Matteo Renzi.

Scalia aveva infatti fatto tre domande nella sua interrogazione e la prima era la richiesta della revoca del provvedimento così da consentire a mio padre e a mia madre di andare in trasferta a Firenze (leggi qui il precedente). Sarebbe stato carino se il ministro avesse concesso la revoca del divieto e, mediante un buco spazio-temporale ci fossimo trovati tutti al Franchi a vedere la partita.

Lo so che la verità a volte non la si può dire; lo so che la parola scusa non la dice un marito alla moglie tradita o un amico per una parola sgarbata e quindi aspettarsela da burocrati chiari o oscuri è impossibile.

Ma sarebbe stato carino, sarebbe stato un messaggio di speranza se da Firenze avessero risposto a Scalia così: “Hari cittadini scusateci. Avete fatto un po’ di hasino alla stazione e avete tirato il freno e va bene, ma altre tifoserie lanciano bombe harta e distruggono autogrill ma ‘un succede niente. Però la situazione era hodesta: la settimana prima c’era stata Fiorentina – Roma, con 2.500 romanisti infoiati; il 10 novembre, nove giorni dopo, sarebbe arrivato Papa Francesco e quindi ci sarebbero stati 1.000 poliziotti a presidiare la città; quello era il weekend dei Santi e a Firenze c’era un tribilio di gente. Girava voce che da quello sperduto paesello sarebbero arrivati in 4.000, molti più dei romanisti e abbiamo pensato: ‘un ce lo possiamo fà, hodesta hosa è troppo. E quindi abbiamo pensato: e vabbè, chi s’arrabbierà mai se hodesti frosinonesi restano a hasa. Pure se fanno l’interrogazione al ministro, gli risponde dopo tre mesi. E’ andata hosì, scusateci ancora. Viva l’Italia, via la hostituzione e forza Frosinone, suvvia!

Mamma e papà a Firenze non ci sono andati, abbiamo fatto altre trasferte, tutti allegri, tutti a cantare, in treno a Roma, a Milano, a Reggio Emilia e ovviamente ci siamo peritati, prima di salire sul treno, di malmenare se non un capotreno, almeno un controllore, per non perdere l’abitudine.

Siamo gente cattiva e ci divertiamo così.

E, come sempre, Forza Frosinone.