Arturo ti sbagli: i sindaci andrebbero premiati

di LUCIO MARZIALE
Assessore comunale di Isola del Liri

Nel panorama istituzionale italiano del nuovo millennio spicca la grandezza del ruolo dei Sindaci e degli Amministratori Comunali.
Le uniche consultazioni elettorali autenticamente democratiche, ormai, quelle dove il potere di scelta del singolo elettore è ancora concreto e cogente, sono ormai quelle comunali, e specie quelle relative ai piccoli centri, quelli sotto i 15 mila abitanti, dove la scelta è oltremodo chiara, diretta, immediata.

Ciò consegna ai Sindaci, e agli Amministratori Comunali, un ruolo di autentico baluardo della democrazia rappresentativa, oggi, in Italia.
Un ruolo di prima linea, di front office con i cittadini, con ogni cittadino, senza mediazioni o quasi, vista la debolezza di quelle formazioni sociali intermedie storiche, come i Partiti Politici, e l’incognita costituita dalle nuove forme di aggregazione di consenso e di intervento politico quali i social network ed i meetup.

Appare sconcertante, in questo quadro pur sommariamente tracciato, la polemica contro i presunti ras locali, vittime di indefiniti sponsor e carnefici di legalità e correttezza amministrativa (leggi qui il precedente) secondo il sindaco di Pastena Arturo Gnesi.
Al contrario, occorrerebbe assegnare un Premio a tutti i Sindaci  -anche a quello di Pastena, ovviamente-  e a tutti coloro che si sobbarcano quotidianamente gli oneri pesantissimi di organizzare la vita sociale di centinaia di comunità locali, mediando fra aspirazioni, necessità e bisogni di cittadini colpiti da una crisi di portata planetaria e globale e le risposte che tardano ad arrivare dalle Istituzioni Statali e Regionali, a loro volta costrette ad interfacciarsi con normative e intrecci di natura sovranazionale, se non mondiale.
Temo, ma in fondo spero, che con le problematiche immani che una Amministrazione locale, anche la più piccola, oggi vive ogni giorno, resti ben poco tempo per dedicarsi ad attività diverse da quelle direttamente connesse alla ordinaria manutenzione e alla ordinaria amministrazione, che a mio avviso restano le principali attività cui deve dedicarsi ogni Sindaco ed ogni singolo Amministratore Comunale.

Diffido dei “patti etici” e dei proclami legalitari: la strada maestra resta quello del rispetto della legge e degli obblighi di correttezza, imparzialità e trasparenza nella azione amministrativa; cioè di princìpi secolari che non necessitano di particolari forme di abuso dialettico e di ridondanza lessicale.

Resta il fatto che la stragrande maggioranza delle amministrazioni locali è sana, sviluppa forme quotidiane di confronto e di dibattito, con sedute continue e proficue di Consigli Comunali e di Giunte, dove si formano capacità di dialogo e di confronto continue, e che costituiscono il nerbo ed il cuore pulsante della democrazia italiana ed europea.

Per questo, per la umiltà della azione amministrativa quotidiana, per la capacità e per il ruolo fondamentale anche di solo ascolto e di mero conforto per tanti cittadini che ogni giorno varcano le porte dei nostri Municipi, io dico grazie a tutti i Sindaci e a tutti gli Amministratori Comunali.

Anche a quelli di Pastena, ovviamente.