Abbacchi e pesci gialli: il bestiario della corruzione in salsa ciociara (di L. D’Arpino)

Foto: © Imagoeconomica, Benvegnu' e Guaitoli

Un abbacchio in cambio di una dritta su un appalto a Piglio. 'Pesci' per indicare le tangenti all'Agenzia del Territorio. Ma anche cinghiali nelle strade di Frosinone. Ed un'araba Fenice: il cantiere Enal

Luciano D'Arpino

Giornalista, Regista e Autore teatrale, dirige la redazione di Frosinone de 'Il Messaggero'

Luciano D’Arpino per Il Messaggero

Bestiario della corruzione in salsa ciociara. Questa settimana il malaffare ha dominato nelle cronache locali con arresti di dipendenti pubblici che, oltre a dimostrare una fantasia fervida nell’ideare modi per intascare mazzette, hanno manifestato un inaspettato amore per il mondo animale.

Prima è stata la volta dell’abbacchio, un must della cucina ciociara, diventato protagonista della trattativa tra un tecnico comunale e due imprenditori per l’aggiudicazione di un appalto a Piglio. In cambio della dritta giusta, infatti, il solerte funzionario avrebbe chiesto mille euro, il noleggio di una bell’auto per qualche giorno e, dulcis in fundo, l’agnellino giovane da cucinare al forno per rallegrare la domenica.

All’Agenzia delle Entrate di Frosinone (ufficio Catasto), invece, sono finiti agli arresti domiciliari in tre, tutti amanti dei pesci. Pesci particolari, però, di colore giallo e che regalano mazzette. Così, infatti, erano chiamate le vittime che avevano la sventura di incappare nel trio delle meraviglie, per sbrigare delle normali pratiche presso quell’ufficio.

Tutti pesci destinati a finire all’amo della corruzione, anche minimale, da 20 a 50 euro a volta. E al telefono era tutta una festa e una risata. Ecco alcuni stralci delle conversazioni intercettate dai carabinieri e resi pubblici in conferenza. “Sto aspettando sto pesce giallo” – “ deve venire un altro pesce qua” –“ho preso sto pesce” – “vale la pena aspettare quando sono…. sono sti pesci!”.

Tutti utenti-pesci catturati e cotti a puntino. Secondo le accuse i tre non si fermavano di fronte a nulla e, pur di convincere i recalcitranti, mettevano in scena finti sopralluoghi, con complici addestrati ad arte, su terreni e immobili al fine, dicevano, di sbloccare le pratiche. Con questo sistema avrebbero incassato illecitamente decine di migliaia di euro ciascuno.

In settimana poi non sono mancate le allegre incursioni dei cinghiali in vari punti della provincia e c’è chi giura che il bestiario ciociaro si sia arricchito anche di un animale mitologico: l’araba fenice. Sarebbe stata vista nei pressi dell’ex piscina Enal a Frosinone, dove da mesi si annuncia l’apertura del cantiere per la ristrutturazione del complesso. “Che vi sia, ciascun lo dice – poetava Metastasio – dove sia, nessun lo sa“. Il cantiere o l’araba fenice?

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