La sindrome cinese che potrebbe colpire la Ciociaria

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di ANTONELLO ANTONELLIS
già Consigliere economico
del Ministro delle Finanze
già sindaco di S.Donato Valcomino

 

Per la prima volta nella storia dell’umanità, si è disposti a pagare volontariamente un debitore per prestargli i soldi, rinunciandoci per 10-20 anni. Una follia finanziaria, come quindici anni fa con le quotazioni delle dot.com o trecento anni fa con i bulbi dei tulipani…

I dati economici ci dicono ormai che siamo nel pieno di una nuova bolla speculativa che collasserà, provocando una crisi economica epocale. Siamo sul ponte del Titanic, a prendere l’aperitivo ed ascoltare la musica. Mentre nella stiva si sta cercando, inutilmente, di mettere riparo ai danni provocati da decenni di finanza allegra e scelte politiche sbagliate.

I segnali in arrivo dalla Cina non fanno che aggravare le previsioni e aumentare la preoccupazione. La crescita edilizia nelle città cinesi è rallentata. La conseguenza è stata che le imprese edilizie si sono proiettate in Malesia per continuare a costruire i grandi complessi residenziali come durante il boom cinese. Hanno realizzato una intera città su un’area grande quattro volte il Central Park di New York. Lì potranno abitare oltre 700mila persone. La costruzione è iniziata a febbraio e 8000 appartamenti sono stati venduti. Nei fatti, i costruttori cinesi stanno intasando il mercato, abbassando i prezzi con migliaia di nuove case in eccesso. Scommettono. Puntano sul fatto che la nuova città diventerà una metropoli. Scommesse appunto. Capitali che rischiano di non rientrare. Prezzi che si svalutano. La grande bolla dalla quale ci stiamo riprendendo nacque per una situazione del tutto simile. Ma ambientata negli Stati Uniti.

E, purtroppo, la provincia di Frosinone non sarà un’isola felice quando scoppierà la bolla. Perché già ora siamo tra le zone più in crisi in Italia. Colpa di un tasso di disoccupazione più alto della media e quella giovanile intorno al 50%. Con sofferenze bancarie di sistema superiori alla media, con un tasso di laureati in decrescita.

Che succederà? Riduzione del numero di occupati nell’industria, tracollo del settore del commercio e della distribuzione. Ripresa dell’artigianato e dei nuovi settori digitali.

Bisogna vedere chi sarà più pronto a rispondere alla competizione della nuova rivoluzione digitale.

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