L’Agenda vuota ed il bicchiere mezzo pieno (di D.Bianchi)

Daniela Bianchi

già Consigliere Regionale del Lazio

Io però Diretto’ prenderei l’abitudine di vedere il bicchiere mezzo pieno. Perché a furia di ripiegarci tutti sul refrain del “non funziona niente” “dove sta andando la provincia di Frosinone? Cosa vuole essere nei prossimi anni?” E poi la perla “nell’agenda dei nostri politici non c’è uno straccio di progettualità né di strategie con cui favorire questo progetto” finiamo con il ripetere frasi fatte che come tutte le frasi fatte servono a non assumere responsabilità. (Le dimissioni di Zingaretti e l’agenda vuota della politica e ‘Il respiro corto di una politica che mira in basso’)

 

Il punto è che a furia di cantare in salmi è sfuggito che su questo territorio un’agenda politica c’è chi se l’è data, proprio cercando di far funzionare correttamente la cinghia di trasmissione con le politiche regionali.

 

Ce la siamo data in corso d’opera, certo. E nonostante la nostra inerzia iniziale ce la siamo dati perché costretti proprio dalla spinta propulsiva che il Presidente ha dato alla sua azione di governo: rimettere a posto tutto quello che non funzionava, ricostruire un rapporto di fiducia con la politica e innovare un sistema.

 

Non nego che ci siano state mille contraddizioni, come è fisiologico che sia, ma qualche passo lo abbiamo fatto anche qui. Da 5 anni ad oggi è come se fossero passare tre ere geologiche, per quanto è stato grande il cambiamento degli scenari…

 

Oggi c’è un protagonismo dei Sindaci assolutamente nuovo (ed era ora direi), c’è un protagonismo delle reti sociali che cominciano a prendere una fisionomia organizzata e sistemica. Cominciamo a dare con coraggio un nome alle logiche che hanno tessuto una resistente cappa soffocante sulle energie positive di questa provincia. E si sa, quando le cose le riconosci con manifesta evidenza alla fine trovi anche il modo di scardinarle.

 

Ecco direi che oggi c’è finalmente la condizione per scriverla e in tempo e non in corsa, l’agenda politica di questo territorio e questo è possibile perché finalmente ci sono i protagonisti con cui scriverla.

 

La mia ambizione è scriverla tutti insieme per consegnarla al Presidente, come pezzo fondante del programma regionale, senza dover giocare più di rincorsa. Scriverla con oggettivo senso pratico e con un minimo di vision.

 

L’indistinto j’accuse non serve più, non usciamo da questa esperienza come ci siamo entrati e questo è un punto di forza… se l’agenda è Sanità, Innovazione, Lavoro, scriviamola insieme… senza consentire più a nessuno di predeterminare altre strategie che non siano l’interesse del territorio e dei cittadini e cittadine che lo abitano…

 

Come diceva Flaiano i nomi collettivi servono a fare confusione: “Popolo, pubblico, politica…“. Un bel giorno ti accorgi che siamo noi; invece credevi che fossero gli altri.”

 

Ci vediamo a settembre !

 

§

Daniela, ti stimo troppo per aspettare settembre. Un esempio pratico: Fca ha un’Agenda ed a Piedimonte ha fatto il più avanzato stabilimento 4.0 al mondo. Il territorio non ha un’Agenda e per mettere un po’ d’asfalto s’è dovuto scomodare il prefetto. Non oso pensare che fosse per tenersi stretti piccoli interessi di bottega legati agli incarichi su quattro badilate di bitume.