Se i Testimoni di Geova citofonano a casa Cacciola

Biagio Cacciola

Politologo e Opinionista

 

di Biagio CACCIOLA
Politologo, Opinionista

 

 

In Italia i Testimoni di Geova sono qualche centinaio di migliaia. A Frosinone da tempo bussano alla mia porta. Donne per lo più anziane , a cui offro un caffè e aspetto puntualmente le loro domande.

Le guardo e dentro di me le paragono a Atteone, l’eroe che da cacciatore diventò selvaggina nel mito greco.

E’ il giorno di Sant’Atanasio, il grande santo dell’ortodossia cattolica che sconfisse le eresie di Ario, il monaco egiziano che negava la Trinità consustanziale e indivisibile. Bussano alla mia porta e, come sempre, metto sul fuoco la la caffettiera. E dato che il caso non esiste, mi iniziano a parlare della Trinità, facendola passare per un invenzione cattolica .

Le lascio parlare e prendo dallo scaffale la loro bibbia e un altra della Conferenza Episcopale Italiana. Vedo che sono stupefatte e disorientate. Prendo i passi di Giovanni con il testo originale greco in cui si parla della Trinità. Il primo passo é dell’inizio del Vangelo in cui Giovanni recita testualmente, come da traduzione dell’originale greco “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio, il Verbo era Dio“. Lo confronto con il loro testo dove per negare la divinità del Cristo si traduce “il verbo (minuscolo) era un dio“, come se fosse una divinità minore, non eguale al Padre.

Ancora al capitolo 10 di San Giovanni, alla domanda di Filippo, Gesù risponde al versetto 14, “io sono nel Padre e il Padre in me, chi ha visto me ha visto il Padre“. Mentre la traduzione geovista fa dire a Cristo “io sto insieme al padre“.

Rimangono un po’ attonite anche se continuano a negare la Trinità. Gli ricordo che anche Ario, che non conoscevano, nel suo razionalismo, abbassava il Figlio a un semidio e, dunque, non poteva dirsi cristiano. Gli rammento che la ribellione di Lucifero fu provocata proprio dalla superbia di chi non digeriva la divinità della carne di Gesù. Per satan, puro spirito, era troppo umiliante prostrarsi all’uomo-Dio.

Diventano focose e, punte sul vivo, si congedano salutando frettolosamente.

Era troppo anche per loro sentire l’affermazione che un uomo si era fatto Dio. La stessa accusa che fece stracciare le vesti al sommo sacerdote Caifa quando senti l’affermazione della divinità dalla bocca stessa del Cristo.

Cambiano i tempi ma la rabbia dell’antico avversario contro Gesù è sempre la stessa.

 

 

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