Il veleno nelle liste che sta condannando le elezioni (di B. Cacciola)

Le candidature per le Regionali nel Lazio e le Politiche sono unite da un denominatore comune: la scarsa democrazia. Ma questo si tradurrà in una conseguenza devastante. Subito dopo il voto.

Biagio Cacciola

Politologo e Opinionista

Il problema vero della composizione delle liste alle Politiche e, in misura minore alle Regionali, é il tasso (bassissimo ) di democrazia.

Nella Prima Repubblica esistevano Sezioni e Federazioni Provinciali e Regionali che vagliavano le candidature e decidevano. Nella Seconda esiste solo il cerchio magico delle designazioni di coloro che sono vicino al capo di turno.

I congressi sono inesistenti e il sistema elettorale é ancora peggio, non dando possibilità a voci diverse da vassalli e valvassori di potersi esprimere con la preferenza. Un meccanismo che rivela quanto la politica é rinchiusa in se stessa, impaurita dalla possibilità che la gente partecipi.

Lo si é visto anche da come poco è stato valorizzato lo sforzo che il sindaco di Frosinone ha sviluppato con le primarie. Le stesse che poi lo hanno portato alla rielezione plebiscitaria. In un mondo politico meritocratico questo metodo sarebbe dovuto diventare sistema.

Invece a tutt’oggi non esiste nemmeno da parte del centrodestra un candidato ufficiale alla Regione Lazio. Proprio perché la politica romana, di democrazia interna non ne vuole sentire parlare. Con il risultato che a Roma, dopo le elezioni comunali Forza Italia praticamente non esiste più.

Nemmeno il meccanismo telematico adottato dai Cinque Stelle ha fatto svegliare il centrodestra. Tutto tace aspettando il solito coniglio dal cappello del prestigiatore, abile, di nome Berlusconi.

Se ne accorgeranno dopo le elezioni quando molti dovranno tornare al loro lavoro o inventarsene qualcuno .

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright