D’Amico: «Direttore, è una questione di centimetri»

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Guido D'Amico

di GUIDO D’AMICO
Presidente Nazionale Confimpreseitalia

 
 

Caro Direttore,
io ci credo davvero che “il lavoro di squadra divide i compiti e moltiplica il successo”. Perciò ne ho fatto il fulcro della mia relazione programmatica all’assemblea di ConfimpreseItalia, assemblea che ringrazio per avermi confermato nel ruolo di presidente. Ci credo anche e soprattutto in un momento come questo, nel quale si alimentano le paure della gente, facendo credere che tutto si può risolvere alzando un muro, mettendo un filo spinato, chiudendo una porta dopo l’altra. Il voto sulla Brexit naturalmente evidenzia che ci sono risposte che l’Unione Europea non riesce a dare: sui migranti, sul terrorismo. Ma soprattutto sul lavoro. C’è un filo comune che lega lo scenario europeo a quello locale. Se non arriveranno risposte sulla crescita, sullo sviluppo e sull’occupazione non si potrà nemmeno pensare di andare avanti.

Per fare questo la strada è obbligata: abbassare le tasse e allentare la stretta creditizia. La politica del rigore (con venature calviniste), voluta dalla Germania, non funziona: quante imprese sono fallite, quanti lavoratori hanno perso il posto?

Nella relazione programmatica ho scritto: “Non siamo tra quelli che puntano l’indice, che fanno populismo, che scaricano responsabilità su altri. Dalla crisi si esce tutti insieme e siamo consapevoli che dipende anche da noi. Però alcune cose vanno fatte da chi ha l’onore e l’onere di governare. Due anni fa sottolineavamo con forza che le priorità erano tre: burocrazia, internazionalizzazione e credito. Dove sono le azioni di sistema? Quali passi avanti sono stati effettuati? Le nostre imprese danno lavoro e generano reddito. Paghiamo le tasse, eccome se le paghiamo! E cosa stiamo chiedendo? Uno stop alla  burocrazia: 700 scadenze fiscali, quasi 100 possibili controlli con ben 16 agenzie, enti o istituti coinvolti. La politica si riappropri dei suoi spazi. Decida. A cominciare dalla riduzione su Irap e cuneo contributivo a carico delle spese. Passiamo dal “faremo” all’”abbiamo fatto”.

Basta delegare alla burocrazia”.

Caro direttore, le micro imprese sono i giganti dell’intera economia europea, rappresentando il 92,2%. Si tratta di aziende competitive, protagoniste sui mercati internazionali e nazionali, attive, attente alle innovazioni multimediali, capaci di stare suoi mercati con le proprie forze e sulle proprie gambe.

Sul versante del fisco e del credito è necessario ridurre il carico fiscale che grava sulle imprese, agevolare la creazione di nuove forme imprenditoriali, anche con una migliore qualità della spesa pubblica, e facilitare l’accesso al credito. Ma soprattutto, caro direttore, dobbiamo fare squadra. Nella relazione ho citato il celebre discorso di Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”. Quando l’allenatore, nel chiuso dello spogliatoio, si rivolse così alla squadra in difficoltà: “Ora noi…o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta. Uno schema dopo l’altro fino alla disfatta, siamo all’inferno adesso signori miei credetemi…
E possiamo rimanerci farci prendere a schiaffi oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell’inferno un centimetro alla volta. Io però non posso farlo per voi, sono troppo vecchio mi guardo intorno vedo i vostri giovani volti e penso… certo che…ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare. Ma questo fa parte della vita, però tu lo impari  solo quando quelle cose le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri. E così è il football, perchè in entrambi questi giochi la vita e il football, il margine d’errore è ridottissimo.

Capitelo: mezzo passo fatto un pò in anticipo o un po’ in ritardo e voi non ce la fate. Mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa, ma i centimetri che ci servono sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo in questa squadra si combatte per un centimetro in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti, per un centimetro perchè sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri, il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire. E voglio dirvi una cosa in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro e io so che se potrò avere un’esistenza appagante sarà perchè sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro; la nostra vita è tutta lì, in questo consiste e in quei 10 centimetri davanti alla faccia. Ma io non posso obbligarvi a lottare, dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi. Io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra consapevole del fatto che quando sarà il momento, voi farete lo stesso per lui: questo è essere una squadra signori miei. Perciò, o noi risorgiamo adesso come collettivo o saremo annientati individualmente. E’ il football ragazzi, è tutto qui. Allora, che cosa volete fare?”

Ecco direttore, dobbiamo lottare su ogni centimetro. Insieme. Altrimenti non ce la faremo mai.

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