E se il nuovo manager Asl fosse semplicemente bravo e competente?

Giancarlo Zotti, Carmine Cavallotti, Vincenzo Suppa, Giuseppe Torti, Mauro Vicano, Francesco Stalteri: sono soltanto alcuni nomi, citati senza alcun ordine logico e cronologico, di professionisti che hanno guidato la Asl di Frosinone. Ovviamente anche moltissimi altri, alcuni dei quali non ci sono più. L’Azienda Sanitaria Locale di Frosinone “brucia”. Non come l’energia dei Pavesini, ma… i professionisti. Perché le risorse sono sempre di meno. Perché da Roma arriva sempre il medesimo ordine (ottimizzare, razionalizzare, tagliare). Perché la conflittualità politica interna è micidiale. Perché tra Azienda e sindacati lo scontro è quotidiano. Perché ospedali e reparti non vengono ammodernati. Perché i tagli al personale sono stati selvaggi. Perché i turni di medici ed infermieri sono massacranti. Perché i Partiti non pensano ad altro che a “militarizzare” le corsie con persone di loro fiducia.

In queste ore si sente e si legge di molti che affermano: ‘Il prossimo manager deve essere del territorio e deve conoscere bene la macchina amministrativa’.

Perché nessuno dice che magari il direttore generale deve essere bravo e competente innanzitutto? Poi se questo coincide con la “territorialità” tanto meglio, ma le condizioni necessarie e sufficienti sono altre.

Intanto la professoressa Isabella Mastrobuono è saldamente in sella, nonostante da tre mesi Nicola Zingaretti l’abbia messa involontariamente (?) sulla graticola annunciando “urbi et orbi” che sarebbe andata allo Spallanzani.

In queste ore il duello per la successione vede protagonisti Renato Sponzilli e Narciso Mostarda. Non è in discussione il curriculum, ma certo alcuni passaggi andavano rispettati: prima la valutazione dei manager, poi la definizione del futuro della Mastrobuono, quindi la nomina.

Invece la politica ha perso la bussola ed è iniziato un fuoco di fila che ha reso tutto più difficile. Adesso la Regione vuole il parere della conferenza dei sindaci. Difficilmente sarà favorevole alla Mastrobuono. L’impressione è che più di qualcuno voglia buttarla in caciara.

Il Governatore ha un solo modo per stroncare polemiche e rivendicazioni: attingere alla short list dei cinquanta. Quella dei più bravi, quella del merito, quella al di sopra di ogni ragionevole dubbio.

A meno che non resti Isabella Mastrobuono.

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