La finta rivoluzione del M5S e il bisogno di sperare

 

di FABIO FORTE
già sindaco di Arpino
già presidente Unionfidi Lazio

 

 

Sono sempre stato attento alle mutazioni, ai cambiamenti. Sono sempre stato ed ancora credo di essere molto obiettivo, cercando di spiegare razionalmente questi fenomeni.

Vorrei provare a fare lo stesso con quanto accade in politica, con l’avanzare impetuoso del M5S ed oggi con le sue “prime” défaillance.

Che il Movimento fondi le sue prerogative sulla denigrazione dell’avversario mi pare scontato. Così come mi pare altrettanto scontato che l’avversario nulla fa per non farsi denigrare.

Questo non giustifica però una generalizzazione oltremodo esagerata, non giustifica il fatto di non parlare mai di contenuti perché a far testo son solo gli slogan.

Mi spiego. L’esistenza in vita del populismo, è indubbiamente alimentata da una politica miope, incapace, autoreferenziale e, diciamolo pure, non più al passo con i tempi e che sa di stantìo.

Non ravvedo però elementi rivoluzionari da parte di chi dice di essere il nuovo. Il portatore sano di moralità, rispetto ai metodi della tanto vituperata politica “classica”.

Il Movimento segue un leader o più leader carismatici. Non ha regole democratiche se non quelle imposte da una società “commerciale”. Non ha un programma ben definito che entri nei meandri dei problemi che lo stesso Movimento denunzia. Solo enunciazioni di principio, la maggior parte delle quali abiurate quando a governare sono i sodali della Casaleggio e associati.

Ma la cosa che più rende il senso e la misura di quanto sia debole l’impalcato dei 5 stelle è senza dubbio il fatto di non selezionare una vera e propria classe politica e dirigente, con la scusa oramai trita e ritrita che “siccome nei partiti tradizionali son tutti ladri e farabutti, noi abbiamo bisogno di gente onesta e che provenga dalla base”.

Ecco, quello che per il Movimento è un punto di forza, si rivela, nei fatti, un “vulnus”.

A prescindere dal fatto che tutti sono onesti fino a prova contraria, se si volesse davvero cambiare il sistema e quindi il Paese, come asseriscono i grillini a più voci, selezionare persone capaci ed in grado di segnare una vera discontinuità rispetto a quello che per loro è oramai pattume, dovrebbe essere un imperativo.

È chiarissimo il gioco dei “deus ex machina” dell’associazione populista per eccellenza.

Gestire in forma più o meno diarchica la massa di politicamente (e non solo!) mediocri che andranno a ricoprire incarichi istituzionali. Cervelli da gestire insomma.

Persone da modellare a 10mila euro al mese.

Il disoccupato, il blogger, il contestatore di sistema, il represso. Poi, tra questi, naturalmente verran fuori quei pochi talenti a cui affidare piccole nicchie di potere e visibilità, sotto l’occhio vigile di chi ha studiato sociologicamente e non solo, la creazione di un mostro a due teste e, debbo riconoscere, con grande intelligenza e lungimiranza.

Una domanda vorrei porla a questa comunità di nuovisti e rivoluzionari di sistema: chi votavate prima d’essere folgorati sulla via di Damasco? In quali partiti militavate, senza successo e senza emergere, magari per incapacità? Quali tessere avevate in tasca?

Qualcuno risponderà che non c’è nulla di male, che avere un trascorso da attivista o da semplice elettore non costituisce di certo un impedimento a cambiar idea. Per carità. Non mi permetterei mai di pensare, contrariamente ai dettami del rigido vademecum del “buon grillino”, una cosa del genere. Vorrei solo far capire che la purezza non esiste, che il sogno di un Paese migliore è pura utopia se a far d’un partito è un’operazione meramente commerciale, seppur da manuale.

Ho tanti amici che oramai seguono il Movimento ed ogni volta che affronto il ragionamento con loro, difficilmente riesco a convincerli che il sogno promesso da un comico e da un grandissimo stratega del “due punto zero”, tale rimarrà.

Poi ci sono gli ostici, quelli che hanno subito un vero e proprio lavaggio del cervello, quelli che hanno visto la Madonna. Quelli contro e basta e, la specie più insopportabile, quelli che, profittando del momento, pensano di poter arrivare a vestire i panni del parlamentare o di altro ruolo, per sistemarsi.

Insomma, gli “ammantati di bianco” sono persone normali. Persone che hanno preso almeno una multa nella loro vita. Che hanno “infilato” il figlio in fabbrica grazie ai favori del “sistema”. E che, magari, hanno pure una cartella d’equitalia sul riponi posta del mobile all’ingresso. Poi ci sarà anche il giovane idealista, quello deluso dalla sinistra che frequenta ancora i centri sociali. E che ha scelto di fare il contestatore organizzato.

Ma la maggior parte degli elettori del Movimento è davvero gente stanca, gente che si ammazza dalla mattina alla sera. E che vede vanificati i sacrifici per colpa di una politica disattenta ai bisogni della società.

Ecco, a quest’ultimi non saprei proprio cosa dire. Perché non so parlare alla pancia. Perché pago lo scotto di essere un “vecchio” della politica. Perché vorrei far capire tante cose. Ma la voce di chi si trova nella mia condizione sarebbe inascoltata per colpa di quei gran signori della politica de’ noantri che il Direttore di Alessioporcu.it, cita quotidianamente nei suoi puntuali interventi.

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