Frosinone val bene un seggio (di D. Facci)

Tutti a correre per indossare un paracadute e candidarsi a Frosinone. Ma poi ci sono i cocci da raccogliere. Perché rompere gli equilibri politici ha sempre conseguenze

Dario Facci

Direttore Responsabile La Provincia Quotidiano

Frosinone val bene una candidatura, un po’ come Parigi valeva una messa. E, se Frosinone vuol dire casino spaventoso nel partito, chissenefrega.

Gli sfasci delle candidature piovute dall’alto hanno causato un putiferio un po’ da tutte le parti ma nella nostra provincia anche più che altrove. Tanto che la battaglia per i seggi ciociari sarà davvero avvincente.

Per sistemare le cose da queste parti s’è dovuto scomodare il segretario nazionale della Lega, il coordinatore regionale di Forza Italia ha dovuto commissariare la federazione.

Diversi storici esponenti di questa o quella forza politica hanno dovuto cercare dimora in casa d’altri e massimi esponenti, come quelli di LeU, per esempio, sono venuti a combattere qua la loro battaglia.

Il Pd ha piazzato tutti i suoi big in posizione eleggibile ma, di converso, sono tutti border line cioè dovranno sudare le sette camicie e portare carrettate di croci sul simbolo per farcela. Se le cose non dovessero andare come sperano, il Pd locale avrebbe i “connotati mischiati” di botto: dal 5 marzo.

Fratelli d’Italia ha strappato una candidatura ottima all’uninominale del Senato ma nel partitino i mal di pancia silenziosi si sprecano.

Per un posto a Frosinone, come ha ben descritto Francesco Merlo su “Il Foglio”, si è sfasciata per l’ennesima volta la coppia Storace- Alemanno ed è andato in malora il loro ennesimo partito, il “Movimento Nazionale per la Sovranità”. Francesco Storace ha “cacciato” dal gruppo whatsapp gli alemanniani ed ha cambiato il nome da “MNS” a “W Pirozzi” a suon di stracci telematici in volo. (leggi qui Su Pirozzi si spaccano Alemanno e Storace. Uno va con Parisi, l’altro: «Io non tradisco»)

Una divagazione sportiva. Il Frosinone non ha messo a segno ieri il diciassettesimo risultato positivo consecutivo. La sfiga è arrivata a Bari, nel San Nicola grosso e cazzaccio (perché è sempre vuoto) per un verso e per l’altro la dea bendata volta sempre le spalle ai nostri colori mentre appare estremamente benevola con i biancorossi i quali hanno sculato il gol che ha conferito loro una immeritatissima vittoria.

Ok, tassa pagata, la prossima è la diciottesima dall’inizio della corsa verso il primato e lo score col segno più può riprendere come niente fosse.

A noi il 17 porta male, i baresi devono avere avi anglosassoni, vai a sapere che succede nei porti di mare.

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