Ferraguti: «Il coordinamento provinciale di Forza Italia è inadeguato»

di SILVIO FERRAGUTI
Responsabile Attività Produttive Forza Italia Lazio

 

Caro direttore,
quanto sta succedendo all’interno di Forza Italia dimostra purtroppo una cosa soltanto: il coordinamento provinciale non è all’altezza della situazione. E non è neppure all’altezza di un Partito come il nostro. Non intendo fare polemiche e neppure alimentare una sterile e dolorosa “caccia alle streghe”, ma ritengo di essere nella condizione di poter esprimere certe valutazioni semplicemente perché le faccio da due anni.

Cerchiamo di astrarre il ragionamento per renderlo generale. Qui non è in gioco la valenza o meno della parabola del figliol prodigo, qui sono in gioco autorevolezza, credibilità e capacità di attrazione del principale Partito del centrodestra, quello che con Silvio Berlusconi ha governato l’Italia per anni. E bene.

Adriano Roma ha svolto tutta la sua attività politica all’interno di Forza Italia, poi ad un certo punto decide di uscire e di intraprendere la strada del Nuovo Centrodestra. Il sottoscritto non l’ha fatto, ma nella vita sono cose che possono succedere. Fatto sta che ad un certo punto Adriano Roma si rende conto di aver sbagliato alcune valutazioni chiave (il rapporto di alleanza organica con il Pd che Angelino Alfano aveva in testa da sempre) e decide di tornare in Forza Italia. Un segnale importante, anche per altri che potrebbero effettuare lo stesso percorso. Si decide per il rientro, ma poi succede qualcosa che fa crollare tutto. Ed espone inevitabilmente Forza Italia ad una pessima figura. O vogliamo credere che ad Adriano Roma non fosse stata ventilata la possibilità di gestire delle deleghe operative all’interno del partito?

Di chi sono le responsabilità se non del coordinamento provinciale, il massimo organo politico del Partito? Sarà stata fatta una valutazione sull’ingresso di Adriano Roma oppure no? E perché, già che ci siamo, non fare un confronto con chi dentro il Partito ci sta con passione e impegno? Perché non “condividere”?

Però proprio il fatto che il coordinatore non ha condiviso con nessuno le varie operazioni adesso comporta una sola conseguenza politica: la responsabilità è tutta e soltanto sua.

Detto questo, certamente il nostro partito deve aprirsi ai giovani. Ma senza sacrificare le esperienze e gettare il bambino con l’acqua sporca. Magari, se si fosse “condiviso”, poteva emergere un ragionamento sul fatto che un incarico strategico come l’organizzazione del Partito in piena campagna elettorale per le comunali richiede un’esperienza politica diversa. Per carità, non sono in discussione capacità, coerenza ed entusiasmo. E’ in discussione però un modo di gestire il partito assolutamente autoreferenziale.

Mi fa piacere poi che il consigliere provinciale Danilo Magliocchetti giunga alla conclusione che è arrivato il momento di azzerare le cariche e ripartire. Peccato però che limiti il suo ragionamento al livello nazionale. La stessa operazione serve a livello locale, ma forse in questo caso l’azzeramento potrebbe mettere in discussione diversi ruoli e postazioni. Anche le sue. Perciò il suo intervento è tardivo e parziale.

Esiste infine un profilo di comunicazione interna che non può essere sottaciuto. Non in Forza Italia. Ricordiamoci che il fondatore, presidente e leader si chiama Silvio Berlusconi. Il numero uno della comunicazione. E noi a livello provinciale cosa facciamo? Sottoscriviamo una nomina il 9 dicembre ma ci guardiamo bene dal dirlo e soltanto il 19 dicembre questa decisione viene resa nota. Ma non per iniziativa del coordinamento provinciale. Cosa vogliamo aspettarci? E’ chiaro che tutti pensano a manovre politiche e a guerre interne. Una regola di buon senso è quella di lavare i panni sporchi in famiglia. Noi non lo facciamo perché imbarazzi e silenzi predominano. Vogliamo davvero cambiare tutto? Allora ripartiamo da zero, mettiamoci tutti in discussione e prendiamo atto che il fallimento politico di questa operazione rappresenta il segnale che bisogna cambiare.

Noi siamo Forza Italia. Possiamo guidare ancora una coalizione di centrodestra vincente nei Comuni, alla Regione, nel Paese. A patto che non si pensi soltanto a difendere posti e poltrone.

 

LEGGI QUI I PRECEDENTI

Testata Il Tempo Il fondo di Gian Marco Chiocchi

Danilo Magliocchetti L’intervento di Danilo Magliocchetti

 

Giuseppe Patrizi L’intervento di Peppe Patrizi

Acta 2000 L’analisi di Alessioporcu.it

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