Ferraguti: «La politica non conosce la trincea del lavoro»

di SILVIO FERRAGUTI
Responsabile Attività Produttive Forza Italia Lazio

Caro Direttore,
delusione e amarezza sono stati i sentimenti prevalenti in questi mesi di sostanziale silenzio. Delusione e amarezza per una risposta che da questo territorio non arriva mai. Delusione e amarezza per una classe dirigente, non solo politica, sempre più autoreferenziale e vuota di contenuti. Delusione e amarezza per posti e pennacchi che continuano ad aumentare (alla faccia della spending review) senza che in cambio ci siano miglioramenti per la qualità della vita della gente normale. Mi chiedo cosa pensino un padre ed una madre di un figlio disoccupato quando leggono che i parenti di… continuano comunque a trovare posti negli enti di primo, secondo, terzo e quarto livello.

Ma il mio carattere ed il mio essere imprenditore mi spingono a reagire. Ed è quello che ho intenzione di fare. Qualche tempo fa mi sono chiesto ed ho chiesto come possano gli imprenditori fidarsi della politica; di più, come possano farlo in provincia di Frosinone. Me lo chiedo da imprenditore, non per strappare l’applauso o per fare becero populismo, ma perché ho sempre pensato “per” e non mi è mai interessata la logica “contro”.

Gli imprenditori non si fidano della politica perché la sentono distante anni luce, non c’è concretezza, non c’è coraggio, non c’è proposta, non c’è assunzione di responsabilità. Non c’è nulla. In questi anni il tessuto economico e produttivo provinciale è stato falcidiato dalla crisi. Quali sono state le prese di posizione da parte di chi doveva difendere il territorio? Perché il punto è questo, Direttore. Di cosa dovrebbero occuparsi parlamentari, assessori, consiglieri regionali, ma anche rappresentanti provinciali e comunali? Non mi si venga a fare il ragionamento che gli eletti “non hanno vincolo di mandato”. E’ una barzelletta, perché altrove il vincolo di mandato sostanziale esiste. Penso a Passo Corese, che ha accolto Amazon a braccia aperte, mentre da noi il colosso mondiale si è trovato davanti impegni vuoti ed un muro invalicabile fatto di burocrazia e di difficoltà. La classe politica non capisce che soltanto dando risposte vere alle imprese si può invertire la tendenza. Si palesa un sentimento ostile agli imprenditori da parte di una classe dirigente arrogante e abituata a ragionare solo in termini di poltrone. In questo territorio tutto è traducibile in ”poltrona”.

Per quanto riguarda la mia parte politica, caro direttore, dico solo questo: cosa intende fare Forza Italia? I sondaggi nazionali li leggiamo tutti e quello che sta succedendo a Roma, Napoli e Torino è evidente: il centrodestra per colpa di qualche singolo sta franando. Per come sono fatto, mi rimboccherei le maniche e cercherei di dimostrare che dalla provincia di Frosinone può partire la risalita. Invece non vedo questo: senza scelte chiare (che nessuno sta prendendo) rischiamo nuove sconfitte a Cassino, Sora, Alatri. E tra un anno si vota a Frosinone, il capoluogo. Rinnovo l’invito a risolvere questa situazione e confermando la mia disponibilità con chi intende “costruire” senza apporre continui ed inutili veti. Ma dico anche che è venuto il momento di mettere da parte equivoci e ipocrisie, basta a fare i “servi sciocchi” del Pd alla Provincia, all’Asi e al Cosilam, iniziando dall’eliminare quegli enti inutili e incapaci di mettere in campo qualunque soluzione vera. Enti che andrebbero aboliti, magari insieme all’Ater e ad altri.

Detto questo, caro direttore, sono un imprenditore e sono orgoglioso di aver fatto e di continuare, seppur con difficoltà, a fare qualcosa di concreto nella vita, quanto meno assicurando un posto di lavoro a centinaia di giovani e padri di famiglia a differenza di chi fa solo chiacchiere. E lo resterò sempre. Conosco bene i problemi di chi deve preoccuparsi di ottenere un’autorizzazione amministrativa, edilizia o ambientale e contestualmente mantenere la produzione, pagare gli stipendi, combattere ogni giorno con la burocrazia e con una pressione fiscale oppressiva. Conosco i problemi dell’industria e del commercio, conosco il dramma di chi non ha altra scelta che quella di abbassare la saracinesca, ed è proprio per questa gente temeraria che ho deciso di continuare a svolgere attività politica. Per loro e per il territorio.

Non mi interessano le “sacrestie dei partiti”, le lascio a chi non è mai stato nella trincea del lavoro e non sa cosa significhi il vero sacrificio.

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