Ferraguti: «Non basta lamentarsi, servono opere realizzabili»

Silvio Ferraguti 20150723

di SILVIO FERRAGUTI

Dirigente nazionale di Forza Italia
Responsabile Dipartimento Lavori Pubblici

 

 

L’elenco dell’anagrafe delle opere incompiute del ministero delle Infrastrutture certifica che in Ciociaria in questi anni sono stati sprecati 78 milioni di euro e altri 43 serviranno per completare le tante incompiute. Risorse gettate al vento mentre le imprese arrancano.

Ma siccome non mi piace formulare le solite critiche (anche se legittime e giustificate), ecco allora  alcune  considerazioni e soprattutto alcune proposte. Non c’è dubbio che il collegamento Tirreno-Adriatico rappresenterebbe una svolta, soprattutto con il potenziamento del porto di Gaeta. L’intera filiera produttiva e commerciale della Regione ne trarrebbe benefici enormi. Allora dico: si mettano in campo, subito tutte le risorse affinché si arrivi ad una programmazione economica, progettuale ma soprattutto esecutiva.

Nel frattempo, però, è necessario mettere mano ad opere (molte delle quali incompiute) senza le quali questo territorio è destinato alla deriva nel breve periodo. Mi riferisco ad interventi non faraonici, che però potrebbero rappresentare un’inversione di tendenza anche e soprattutto per quelle aziende che hanno deciso “purtroppo” di delocalizzare.

Ma non voglio soffermarmi sulla necessità di collegamento ferroviario veloce con Roma, dovrebbe essere scontato, e neppure sul completamento della Sora-Avezzano, che rappresenterebbe ossigeno puro in termini di trasporti e di competitività delle imprese. Una sola domanda però: perché quell’opera è ferma da decenni ?

Ma veniamo ad alcune proposte concrete che, se attuate, rappresenterebbero un indubbio segnale di vitalità della classe dirigente di questo territorio:

l’adeguamento della viabilità interna dell’area industriale di Frosinone, Anagni, e Cassino. In alcuni casi siamo in presenza di “mulattiere”, di strade impercorribili per qualunque automezzo, costringendo talune aziende e soprattutto nel comparto logistico a subire ingenti costi di manutenzione degli automezzi mettendo in serio rischio anche l’incolumità delle persone. Non si può continuare ad andare avanti in questo modo. Servono soluzioni e non sarebbero così dispendiose…

Si avverte la necessità di una fase progettuale globale che definisca le aree produttive. Anche e soprattutto attraverso opere di urbanizzazione primaria. La viabilità e la gestione urbanistica di queste aree sarebbe un elemento importante per attrarre investitori e risorse. Così come è necessario localizzare i comparti produttivi, per poi offrire sul mercato tali risorse. Mi chiedo davvero se il flop del territorio con Amazon (un’occasione storica persa) non abbia insegnato niente! Dico di più: se non siamo capaci di sviluppare un modello, almeno copiamo quello che si sta facendo in altri territori non lontani da noi…!

Credo poi che sia arrivato il momento che le Amministrazioni Comunali, nessuna esclusa, mettano seriamente mano ad una revisione degli strumenti urbanistici, effettuando una concreta rivalutazione dei territori con un programma di sviluppo serio che vada oltre l’interesse dei singoli.

Non sarebbe male istituire dappertutto degli Uffici di Piano ( sia il Comune di Ravenna che altri comuni  già si sono attivati,  facendo un ottimo lavoro). Pensiamo agli effetti positivi che potrebbe generare una rivalutazione delle aree commerciali e produttive. Perché poi non ipotizzare una sorta di “rete” fra le varie Amministrazioni limitrtofe, visto che bisognerebbe ragionare in termini intercomunali? L’impulso economico ed occupazionale di un’operazione del genere sarebbe notevole.

Insomma, gli strumenti ci sono. Basterebbe prendere l’iniziativa e non disperdere le risorse in attività che nulla produrranno per il territorio.

Mi chiedo, poi, che fine abbiano fatto quegli interventi previsti per il nodo viario di Frosinone sul versante del collegamento della zona aereoportuale con il resto del territorio. Interventi per 4 miliardi di euro. 

Invito i Consorzi industriali a prendere l’’iniziativa. Quantomeno a darci spiegazione delle opere non completate. Capire quali risultati hanno raggiunto ma soprattutto a farci capire quali sono i progetti di sviluppo che hanno in mente su questo territorio. A proposito di Asi. E’ caduto nel dimenticatoio il tema dei tanti terreni sui quali doveva sorgere l’Interporto, aeroporto. Ennesime opere incompiute frutto di una programmazione forse troppo superficiale  

I proprietari di quei terreni, per il combinato disposto di normative urbanistiche e di tributi locali, pagano tasse salate per zone edificabili in area industriale. Ma non risultano abilitati alle attività edilizie consentite dalla pianificazione consortile. Il problema si verifica su quei 60 ettari su cui doveva nascere l’interporto di Frosinone, progetto poi naufragato. Di quei 60 ettari, 40 sono quelli rimasti a carico dei proprietari. E la revoca dell’assegnazione deliberata dal Consorzio a seguito del fallimento del progetto ha peggiorato la situazione. Il Comune di Frosinone ha più volte sollecitato il Consorzio a risolvere il problema.

Ma nulla … il silenzio assoluto!

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