Finché morte non li separi

GIANLUCA TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Esausti e snervati dal vertiginoso calo di consensi, i democrat si leccano le ferite.

La débâcle delle amministrative stavolta è destinata a lasciare strascichi pesanti. E pur mantenendosi una forza politica di primo piano, il crollo è abissale. L’eco della disastrosa tornata
elettorale ha raggiunto ovviamente le stanze romane.

Sott’accusa sono finiti i vertici locali, incapaci di trovare una sintesi, specialmente su Ceccano. Tutto al momento tace. E c’è pure chi vorrebbe tenere la polvere sotto il tappeto. Ma mantenere tranquille le varie anime non è certamente operazione semplice. Tanto che qualcuno potrebbe rimetterci le penne. A cominciare dal segretario Simone Costanzo, sul cui capo, secondo
rumors, pende una pesantissima mozione di sfiducia.

La resa dei conti è fissata per lunedì. E anche in questa occasione il destino delle varie anime sarà deciso da Scalia e De Angelis, a proposito dei quali molti dirigenti auspicano un passo
indietro. Sarebbe, per chi lo sostiene, la soluzione finale.

Ma chi ne prenderebbe il posto? In verità all’orizzonte, ma neanche a distanza ravvicinata, si vedono personalità di spicco in grado di guidare il partito in questa fase. Perché è proprio la
strategia di non avere messo al mondo “eredi legittimi” ma solo figliastri, che fa stare tranquilli gli onorevoli Francesco.

E così sarà finché morte, del Pd ovviamente, non li separi.

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