Il Candidiario – Diario di un candidato outsider (di S.Pizzutelli)

di STEFANO PIZZUTELLI
Candidato sindaco di Frosinone
Blogger (quando ne ha tempo)

 

 

Da quando la mia candidatura è stata ufficializzata, nei posti pubblici che frequento di più (il Tribunale e lo stadio, direi), chi mi conosce mi apostrofa con “Sindaco!”.

Ormai ho messo a punto una serie di risposte standard: “Sindaco sarà lei!”; “E’ vero, ho due o tre collegi sindacali”; “Biatatì!”. La verità è che ci sono così abituato, ormai, che mi giro con lo stesso automatismo di quando mi chiamano Stefano.

Quando l’interlocutore si avvicina, tutto contento di avermi urlato “Sindaco” da lontano, di solito continua con una frase del tipo “Te stai a preparà?” o, se più diretto, “Sei pronto?”.

Ho una risposta standard anche per “Sei pronto?”.
Sono nato pronto.

Perché è così, sono nato pronto. Sono pronto a lottare, sono pronto a svegliare la città. E in questi primi mesi ho avuto la fortuna di incontrare altri nati pronti. Gente sveglia, con voglia di fare, senza compromessi, con competenza, con capacità.

E è di competenza che vado parlando, è di competenza, di capacità, di libertà che è impregnata la mia campagna.

Venerdì 17 febbraio abbiamo presentato dati scientifici sull’inquinamento a Frosinone, abbiamo condiviso le preoccupazioni dei medici di famiglia, abbiamo spiegato il nostro metodo per affrontare il problema e abbiamo ascoltato il manager dell’azienda che produce i dispositivi Apa, degli allegri barilotti che aspirano polveri sottili e buttano fuori aria pulita.

Paolo Tripodi ha spiegato come funzionano i dispositivi, come si fa a fare un progetto e dove andare a prendere i soldi. Ha appena completato un progetto a L’Aquila, un chilometro di strada pulita grazie ai dispositivi Apa. Spesa per il comune: 10.000 euro, quisquilie, insomma. Il resto, a carico dell’Unione Europea e del Ministero dello sviluppo economico.

Il pubblico in sala sentiva Paolo e masticava amaro, si informava, chiedeva spiegazioni tecniche, modi di operare, cercava le ragioni per cui a Frosinone un progetto del genere è un sogno irrealizzabile e la realtà un incubo cupo.

Ma del resto è mai stata la competenza, la ragione per la quale una persona arriva ad un determinato incarico?

Al Comune di Frosinone, in questi ultimi anni neanche hanno provato ad amministrare. Appena un assessore arrivava a capire qual era il settore che era chiamato a governare, l’accorduccio politico, dovuto al fatto che c’erano troppi stomaci da saziare e troppi sederi da far accomodare sulle poltrone, comportava la sua sostituzione. E così via, su e giù dalla giunta. A un certo punto c’era una persona che continuava a comparire su tutti i giornali parlando di Natale e di Centro storico. E sui giornali continuavano a chiamarla assessore, due mesi dopo essere stata sostituita da qualcun’altro.

Mentre noi presentiamo proposte concrete, portiamo persone che spiegano come si lavora, il sindaco si vanta di aver pulito un paio di muri, un candidato, dopo sei mesi di esposizione, si riposa sulla sua poltrona comoda, già sazio cinque mesi prima del voto e il partito che ha regalato Amazon a Rieti in cambio dei rifiuti di tutta la regione, si prepara, anche quest’anno, a perdere in allegria. Tanto una presidenza, un posto sicuro in qualche listino, si trova sempre.

Li guardo e sorrido. Penso ai loro baccanali sulle macerie della mia città e, con i nati pronti, mi metto, con ancora più forza a progettare.

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