La finta rottamazione ha sconfitto il Pd (di M.Galli)

Marco Galli

Sindaco di Ceprano

 

di Marco GALLI
Sindaco di Ceprano

 

 

I risultati dimostrano due cose: tutti hanno vinto, nessuno ha perso. Questo è quello che si vorrebbe fa intendere all’opinione pubblica. Ma le cose stanno un tantino in modo diverso.

 

IL M5S DAL VOLTO UMANO

Considerato che il M5S ha dimostrato la sua “umanità”, intesa come un movimento del tutto simile agli altri, con gli stessi pregi e i medesimi difetti, il fatto che non abbia sfondato, come qualcuno prefigurava, indica che gli errori commessi sul piano politico e giudiziario li paga anche chi si ritiene portatore sano di onestà.

A dire il vero, negli ultimi tempi, l’atteggiamento ondivago del Movimento sul piano politico e della legalità era apparso in tutta la sua imponenza. Federico Pizzarotti a Parma (che ha dimostrato di essere un ottimo amministratore tanto da essere rieletto) trattato in modo del tutto opposto alla sindaca di Roma Virginia Raggi, coccolata nonostante gli evidenti problemi sul piano amministrativo e giudiziario. Poi problemi a Palermo per le firme e a Genova, dove le primarie sono state cestinate dopo che il risultato è apparso sgradito al Capo assoluto. Quindi, il triste epilogo dell’accordo sul sistema elettorale.

Ma per il M5S ci sarà il tempo per rimediare. O, magari, per fare danni ancora più grandi per una divisione interna che appare sempre più evidente.

 

IL CENTRODESTRA

Sul centrodestra non dico nulla. È andata bene. Vedi Genova, Verona, l’Aquila o questa provincia. La conquista di Frosinone, Cassino, Sora, Ceccano non è il frutto del caso ma di una strategia vincente sulla quale c’è poco da dire.

 

IL CENTROSINISTRA

Mi interessa di più parlare del centrosinistra che, ancora una volta, conta morti e feriti in una guerra che per ora ha visto volgere al peggio ogni battaglia combattuta.

L’esercito non c’entra. Le responsabilità ce l’hanno coloro che decidono le strategie e che, sempre più spesso, prima di ogni scontro col nemico, o almeno con quello che dovrebbe essere l’avversario naturale, cercano di trattare l’eventuale resa a loro più conveniente.

A livello nazionale, la mancata rottamazione dei vecchi arnesi, io ritengo non per età, ma per le idee inaccettabili come quelle di continuare ad allearsi in modo innaturale con il peggio del centrodestra, pesa inequivocabilmente. Così la gente ha perso fiducia nei confronti di questo “finto nuovo”.

La provincia è in mano ad un piccolo gruppo di generali apparentemente rissosi, spocchiosi convinti di essere indispensabili al mondo e che finiscono sempre per fare esclusivamente i loro interessi. Vecchi arnesi che negli anni hanno fatto il deserto intorno a loro, chiudendo le “accademie” e allontanando i giovani più promettenti. Questo per allevare famigli il cui scopo è assicurare la sopravvivenza dei padrini.

Il nuovo vero è bandito e i risultati sono li a dimostrare questa mesta discesa verso lo zero. Pronti a passare di qua e di là dentro delle linee amiche, non disdegnano di allearsi con l’avversario per colpire gli “amici” scomodi. Quelli che potrebbero aspirare ai posti da loro ambiti.

In tale contesto i “successi” sono innumerevoli. Perdi le città, conquisti strapuntini. Non c’è che dire. Se poi aggiungi la storica abitudine a dividersi su tutto propria della Sinistra il quadro si fa davvero confuso.

Perse le battaglie di solito si cambiano i generali, ma la sensazione è che, finché ci saranno truppe da mandare al massacro, un po’ come nella “Grande Guerra” prima di Caporetto,  gli ufficiali rimarranno gli stessi. Seduti a fumare e/o a bere  tra mille comfort, pensando a come ottenere nuove e provvidenziali sconfitte amiche.

Un quadro da incubo per chi ancora crede nei valori di una sinistra riformista vera, attenta alle tematiche sociali e ambientali, con una visione a lungo termine che possa favorire gli investimenti sul territorio. Ci sono le risorse umane che potrebbero dare una svolta, cambiando questo modo di fare politica distante dai bisogni della gente e da quelli del popolo di “centro sinistra”.

Non sono lontane le figure per poter iniziare un percorso nuovo; sono anche dentro i P, nei movimenti e nella società “responsabile”.

L’Italia, la nostra provincia hanno bisogno disperatamente di una nuova sinistra che aggreghi sulla base dei programmi e non sulle necessità di una “vetusta élite perdente”, arrogante e autoreferenziale.

In gioco non vi è solamente il futuro di una parte della politica, ma le prospettive di sviluppo di un Paese e di una provincia.

Basta. È giunta l’ora di fare cose diverse rispetto a ciò che si è fatto negli ultimi 20 anni, ovvero, parlare di incarichi e candidature per un gruppo capace di riciclarsi costantemente grazie ad accordi e accordicchi con “amici” e avversari. Un modello scalcinato che ha mandato in malora tutto e ha ucciso le speranze e i sogni di una intera generazione.

Se neppure questa batosta, – questo è il vero significato del risultato delle elezioni di ieri -, sarà in grado di mettere in moto tale cambiamento, allora non ci sarà davvero più speranza e le prossime elezioni politiche potranno inesorabilmente rappresentare il colpo di grazia al centrosinistra.

Ci vuole uno scatto, una rapida presa di coscienza del ruolo che dovrà svolgere la futura classe dirigente “riformista”, altrimenti continuerà ad andare a rimorchio degli “insaziabili” capaci soltanto di concepire la politica “ad usum Delphini”,  in un contesto da incubo: “felici (pochi) e perdenti (molti)”.

 

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