Gnesi: «Sradicare la corruzione è il primo passo per trasformare la politica»

Arturo Gnesi
di ARTURO GNESI
Sindaco di Pastena

 

Caro direttore,
la preparazione delle campagna elettorale ha un fascino recondito tanto da ammaliare e stregare coloro che con interesse emotivo e passione civile vivono l’impegno politico.

Nonostante la fatica quotidiana, il peso delle responsabilità e la sfiducia dei cittadini, appare talvolta difficile e quasi impossibile fare un passo indietro e quando ciò accade si rimane ai bordi del ring pronti a dare suggerimenti e consigli ai duellanti.

Ma se in linea teorica la politica è un’attività nobile, una testimonianza di valori, la speranza di una società evoluta e la promessa di un futuro migliore, nella pratica si materializza con la vita delle nostre città, con la concretezza della condizione socio-economica e con il volto delle istituzioni non sempre al servizio del prossimo.

E allora a che vale impegnare gli anni della propria vita se il sistema rimane corrotto dagli affari e colluso con le mafie? Che senso ha difendere i valori della costituzione se non si riescono a sradicare le combriccole e i cerchi magici che lucrano sulle risorse pubbliche e sui bisogni della gente?

Un panorama decadente con protagonisti abituati a calpestare le regole dello Stato e i più elementari principi etici e morali.

E’ successo a Milano, ambiente noto alle cronache giudiziarie dove tangentopoli non è stata mai estirpata e il solito “faccendiere “ questa volta viene arrestato per aver ricevuto “somme di denaro in contanti” e “viaggi gratuiti comprensivi di cene, albergo ed escort per prestazioni
sessuali a pagamento”. Questo si legge ancora nell’ordinanza dell’inchiesta coordinata dal capo della D.d.a. milanese Ilda Boccassini sulle tangenti per il collegamento ferroviario all’aeroporto di Malpensa. “C’è da mangiare per tutti” si dice in una intercettazione telefonica che svela gli intrecci tra imprenditori , commercialisti, funzionari della pubblica amministrazione e referenti della ‘ndrangheta.

Mentre le solite bande corsare vanno all’assalto dei soldi pubblici, la politica rimane taciturna e visti i precedenti risulta abbastanza facile immaginare che pezzi dello Stato e delle istituzioni facciano parte del gioco e abbiano garantito sinora coperture e impunità.

Allora mi chiedo a cosa serve rincorrere una poltrona da sindaco o un altro incarico istituzionale se non riusciamo a trasformare radicalmente il nostro sistema politico?

Vero è che nonostante le tante indagini della magistratura, i processi e le condanne, ancora oggi il malaffare è sinonimo di malgoverno e una siffatta politica anziché essere la soluzione dei problemi rappresenta il vero problema contemporaneo. Tanto più la corruzione si nasconde nella politica tanto più saranno povere le società e forti e radicate le mafie.

Dovremmo tenere a mente queste cose perché, come scriveva Konrad Lorenz “la vita non è già destinata ad essere un peso per molti, e una festa per alcuni, ma per tutti un impiego di cui render conto”.