I dieci piccoli indiani offerti al “dio” sondaggio (di C. Trento)

Le riflessioni domenicali di Corrado Trento, i dieci piccoli indiani per la candidatura alle Regionali, i sistemi elettorali e le promesse, la rabbia e l'orgoglio su Ideal Standard

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

I dieci piccoli indiani

Come I Dieci piccoli indiani di Agatha Christie. La trama politica della candidatura alla presidenza della Regione Lazio del centrodestra sembra davvero una corsa ad eliminazione.

Il rischio che non ne rimanga nessuno non c’ è, ma sicuramente le difficoltà che stanno emergendo per raggiungere una sintesi unitaria sono indicative. Perché in realtà la vera partita che si sta giocando tra i leader del centrodestra è quella della spartizione dei collegi maggioritari di Camera e Senato.

Non soltanto perché sono quelli che possono fare la differenza tra una coalizione e l’ altra, ma perché determineranno i reali rapporti di forza all’ interno delle alleanze. Tra Forza Italia di Silvio Berlusconi e la Lega di Matteo Salvini per esempio.

D’ altronde lo schema è consolidato e lo si è visto anche in Lombardia: nomi utilizzati come elemento di trattativa politica, per ottenere il massimo possibile nella corsa ai seggi parlamentari. Tenendo nel cassetto l’ ultimo sondaggio commissionato.

Già, i sondaggi. Il repentino contrordine delle ultime ore, che ha riportato il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi in cima alla lista dei possibili candidati unitari (facendo scendere le azioni di Maurizio Gasparri), è nato proprio dalla consultazione di alcuni sondaggi. Potrebbero essercene di ulteriori prima della decisione ufficiale.

Intanto però, oltre a diversi nomi che vengono “ bruciati” con una facilità disarmante, il punto è che il centrodestra nel Lazio sta dando la sensazione di non essere molto concentrato sulle regionali. Probabilmente non è così, ma morire di tattica in politica è un rischio concreto.

Fra le altre cose Nicola Zingaretti nei sondaggi continua a volare. E il punto è proprio questo: dai sondaggi emerge anche che una sconfitta nel Lazio metterebbe a rischio una decina di collegi maggioritari dati per sicuri al centrodestra, soprattutto del Senato. E davanti alla realpolitic anche Silvio Berlusconi si inchina. Perciò il contrordine. Non è un mistero che molti colonnelli di Forza Italia non gradiscono l’ ipotesi Pirozzi. Ma dovranno adeguarsi.

 

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Molti strillano Ma chi decide lo fa in silenzio

I nevitabili i riflessi anche e soprattutto sul piano delle candidature a livello locale. Perché mai come questa volta gli spazi saranno limitati e i big nazionali cercheranno di “colonizzare” le province.

Nel maggioritario ci sarà il “ corpo a corpo” che richiederà coraggio, passione, entusiasmo e gioco di squadra. Ma è nel proporzionale che verranno assegnate le posizioni eleggibili e qui cominciano le dolenti note per il territorio.

Neppure Francesco Scalia, Francesco De Angelis e Mario Abbruzzese hanno la certezza di poter essere inseriti nei posti che contano. Potrebbero essere “ costretti” a concorrere nel maggioritario per fare spazio non soltanto a leader nazionali o romani, ma anche a big della provincia di Latina. Come Claudio Fazzone e Claudio Moscardelli per esempio. A dimostrazione che il peso politico specifico del territorio non è più quello di un tempo.

Fra l’ altro è stato lo stesso Abbruzzese a lanciare l’ allarme sui possibili tentativi di “invasione” nei collegi provinciali. Però va detto che gli spazi vengono occupati quando sono lasciati liberi. Una riflessione sulla rappresentanza politica del territorio la classe dirigente locale dovrà pur farla prima o poi. Comunque, a decidere la composizione del Parlamento saranno pochi big nazionali, attraverso la composizione delle liste. Come sempre.

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Sistema elettorale e promesse

Nel convegno tenutosi venerdì all’ Università di Cassino (patrocinato dalla Banca Popolare del Frusinate) il livello degli interventi è stato altissimo. Fra gli altri, è stato sottolineato un punto: le alleanze parlamentari potrebbero essere diverse da quelle elettorali. E questo esaspera ulteriormente il profilo delle promesse a futura memoria. Perché sarà facile dire, poi, che essendo cambiate le alleanze…

In provincia di Frosinone quali saranno i temi dei candidati? Perché, fermo restando che il vento nazionale sarà prevalente, parliamo di un territorio di fatto tagliato fuori da quella debolissima ripresa che altrove manifesta comunque qualche segnale.

Non passa giorno che non vengono pubblicate classifiche o analisi sulla disoccupazione, sulla povertà, sul disagio sociale, sull’ inquinamento, sulla mancanza di investimenti specifici. Tutto vero, ma poi?

Chi è che può davvero assumere un impegno che poi sarà tradotto in realtà? Negli anni passati quante campagne elettorali sono state effettuate parlando di Interporto e di scalo aeroportuale civile? Così, per dire.

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Ideal Standard, la rabbia e l’orgoglio

All’incontro al Ministero sono voluti essere presenti in massa, insieme ai familiari. Parliamo dei lavoratori dell’ Ideal Standard, che hanno dato prova di una dignità enorme. A loro si deve innanzitutto rispetto: vedremo in tempi brevi se ci sono effettivi spazi di agibilità nelle trattative oppure no.

Purtroppo in Ciociaria c’ è sempre una drammatica crisi aziendale: dalla Permaflex all’ex Videocon, a tutto il resto.

Un elenco lungo e drammatico dal punto di vista occupazionale, sociale e familiare. Sì, perché dietro ogni lavoratore c’ è una famiglia, alle prese con il pagamento di un mutuo, con il percorso scolastico dei figli, con un tenore di vita che crolla dall’ oggi al domani. È un aspetto che va tenuto presente in ogni momento.

Perché la perdita del posto di lavoro, oltre a minare le certezze del singolo, pregiudica inevitabilmente il futuro. Dei figli soprattutto, di quelle giovani generazioni che sognano di studiare, di impegnarsi, di rimboccarsi le maniche.

In provincia di Frosinone l’ascensore sociale si è fermato da anni: il figlio di un operaio non potrà mai diventare medico o avvocato con questi chiari di luna. Anzi, già sarà fortunato se potrà fare il mestiere del padre. Perciò chi può se ne va. Ma in questo modo svanisce perfino la speranza di invertire la rotta.

Davanti alla campagna elettorale il sentimento prevalente dei cittadini è il disincanto. Anticamera dell’ astensionismo

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