I dilettanti al potere

La levata di scudi dei presidi per le disposizioni sugli esami di Terza Media sono l'ulteriore dimostrazione di inefficienza di ministri che compongono questo Governo. Sul quale pesa la figuraccia della scarcerazione per i mafiosi, le frasi imbarazzanti sullo Stato nelle imprese. Non è gente adeguata per ricostruire il Paese

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Campioni di dilettantismo. I ministri del Governo Conte 2 espressi dal Movimento 5 Stelle stanno giocando al Piccolo Stratega sulla pelle dei cittadini: non avendo competenze da mettere in campo, esperienze sulle quali fondare le scelte, basi sulle quali costruire un progetto, procedono a tentoni.

La levata di scudi fatta in queste ore dai presidi contro le assurde decisioni del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina è soltanto l’ultima d’una serie di decisioni prese con approssimazione imbarazzante, imperizia assoluta, presunzione infinita, al punto da far passare la colpa del dilettantismo in un dolo cosciente.

Scuola, mafiosi, lavoro, Esteri

Lucia Azzolina. Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Norme confuse e inapplicabili sugli esami di Terza Media: lo dicono i docenti, lo confermano i presidi, anche quelli che fino ad oggi avevano manifestato una certa sobrietà nel giudicare le scelte ministeriali.

Decisioni sulla Giustizia che rimettono con disinvoltura fuori dalle celle assassini, scannatori di bambini, mafiosi di ogni specie. Scelte che avrebbero scatenato la furia popolare se invece di firmarle il ministro grillino Alfonso Bonafede fosse stato un qualunque esponente d’un gabinetto Berlusconi.

Uscite sulle Politiche del Lavoro come quelle avanzate dal ministro Nunzia Catalfo che solo per educazione non sono state accolte con una sonora pernacchia da Maurizio Stirpe, vice presidente nazionale di Confindustria che l’ha fatta a pezzi nel suo intervento di fronte all’assemblea della Piccola Industria.

Il ministro degli esteri Luigi Di Maio con la mascherina tricolore

Sugli Esteri non parliamo: la Libia fino a qualche anno fa era guidata da un satrapo comunque educato nelle nostre accademie militari; in Tunisia durante le transizioni di potere le spie dell’ammiraglio Fulvio Martini informavano in tempo reale Bettino Craxi che decideva quali pedine muovere. In Libano il generale Angioni potette agire con agilità perché la sua missione era stata preceduta da un segreto lavoro delle nostre diplomazie.

Dilettantismo e impreparazione

La realtà è che dalla Scuola alla Giustizia, dal Lavoro agli Esteri, siamo governati da una manica di dilettanti privi della necessaria competenza per occupare quei dicasteri.

Ciò che hanno combinato con gli ecobonus e le ecotasse sulle automobili ha mandato a zampe all’aria il sistema dell’Automotive nazionale: se quei soldi, invece di darli alle case automobilistiche straniere, li avessero usati per una seria rottamazione, oggi la parola cassa integrazione a Cassino Plant e nel suo indotto nemmeno si pronuncerebbe.

Il Pd di Nicola Zingaretti fa bene ad evitare che si possa pensare ad un Governo tenuto in piedi da qualsiasi forma di affinità politica, ideologica, intellettuale con il Movimento 5 Stelle.

Foto © Imagoeconomica

Quello in piedi non è un Governo di scopo. È un Governo di Necessità. Nato per via di qualche mojto di troppo e per un’intollerabile renitenza degli elettori italiani. Che con superficiale superiorità non sono andati a votare. Consegnando il Paese a gente che libera i mafiosi e non riesce ad organizzare nemmeno gli esami di terza media.

Hanno ragione i presidi: “Ministro, lasci fare a noi”. Solo per carità di Patria non aggiungono ‘e si tolga dai piedi’. Cosa che dovrebbero fare altri suoi colleghi.

Questo Paese è in tocchi. Non è più possibile lasciar giocare i miracolati. Prima Giuseppe Conte ne prende atto e prima può sperare di avere un futuro.