Iannarilli: “Acea? Mamalchi chieda scusa agli utenti”

di ANTONELLO IANNARILLI
già Deputato, Assessore Regionale e Presidente della Provincia

Ho letto l’ampia intervista al presidente dell’Acea, uomo d’altri tempi e di altre res-pubbliche romane che deve aver scambiato una pronuncia giudiziaria di scarso contenuto giuridico per un viatico a poter svolgere una azione pubblicitaria che non sarà certo stata gradita dai cittadini. Egli, figlio di Alemanno e poi nipote di Marino, ritiene di poter continuare ad affermare che la società, dove lavorano figli, nipoti, pronipoti, amici ed amiche farà gli investimenti.

Quindi, se c’è qualcuno che deve chiedere scusa a migliaia di persone è proprio lui; sono sempre più numerose le famiglie esasperate per le bollette, tartassate da società di recupero con file di giorni per chiedere spiegazioni, bollette errate e non arrivate all’utente: un caos… con importi non solo esagerati ma soprattutto illegittimi.

Lui e la società che “dovrebbe” rappresentare non hanno mai rispettato il contratto, non hanno ricostituito la fidejussione bancaria e non hanno mai volutamente fatto investimenti seri ed utili non solo per migliorare il servizio ma soprattutto perché previsti prima dalla normativa vigente e poi negli accordi assunti. Da più di 10 anni non vengono eseguite opere di manutenzione agli impianti idrici e di depurazione, che risultano, per il 90%, fuori norma…….ma pare che nessuno ne tenga conto visto che tanto gli organi di controllo che quelli di vigilanza fanno finta di non vedere…

Sottolineo che la società ha un CDA che costa a noi cittadini 500.000 mila euro l’anno, salvo merletti, pizzi e ricami.

Quindi, stante quanto sopra, il soggetto, prima di offendere gli abitanti di questo territorio, farebbe bene a sciacquarsi la bocca con tanta acqua…..tanto di acqua se ne spreca molta…….

Ribadisco, quindi, che la transazione del 2007 non rappresenta un semplice merletto per Acea ma un vero e proprio arazzo perché con una sola operazione sono stati riconosciuti ulteriori 642 milioni di euro; tutto questo grazie al “compagno” avv Scalia ed ai numerosi sindaci intimoriti o amici del “tombolo”.

Fiumi di denaro prelevato a forza dalle tasche dei cittadini, anche dei meno abbienti.

Sinceramente sono sicuro che i sindaci che si sono, di fatto, messi a disposizione di Acea e contro la popolazione, pagheranno per quello che hanno fatto.
Questi sindaci, e quelli che combattono però, sono stati eletti dal popolo, lui invece è stato soltanto nominato.
Di questo tipo di nomine si sta occupando in questi giorni la stampa romana.

Quando ho guidato io la consulta dei sindaci, Acea ha perso su tutti i fronti; è bastata la comparsa di altri personaggi e, in poco tempo, con la responsabilità di 22 sindaci, ha ottenuto tutto quello che voleva.

Del resto, nessuno ha letto e verificato gli atti presentati a marzo. Hanno approvato pur non conoscendo nulla ma sollecitati e motivati a votare. Questo approfondimento mancato lo consiglio caldamente all’attuale presidente dell’ Ato, AVV. Antonio Pompeo, considerato anche che lui ha sempre votato a favore di Acea, sia come delegato di Scalia che come sindaco e quindi schierato senza se e senza ma.

Chi pensa che la storia sia finita si sbaglia, dal momento che continuerò, insieme ai sindaci onesti, alle associazioni ed ai cittadini, la battaglia di legalità contro la cattiva gestione del servizio idrico nella nostra provincia, invitando quel presidente che si permette di dare lezioni a noi ciociari, a gustare la nostra acqua e a dare lezioni dopo aver adempiuto gli impegni che la società si è assunta ed ammette, ora candidamente, di aver disatteso.

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