Il giorno in cui Gabriele iniziò all’improvviso a parlare lùmbard

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

L’accento ciociaro non lo ha mai avuto. Tutt’al più , qualche esperto analista ha ipotizzato avesse un’inflessione di Caira. Proprio per questo, in casa si sono sorpresi un po’ tutti quando Gabriele Picano ha improvvisamente iniziato a parlare lombardo.

Le donne di famiglia sono corse all’agenda per cercare il numero di cellulare del medico, temendo una malattia dovuta all’eccessivo carico di lavoro oppure ai troppi pensieri che gli derivavano dall’attività politica. Ma proprio mentre le signore erano al telefono, a tranquillizzarle è arrivato il papà di Gabriele, Angelo Picano: è stato lui il meno sorpreso di tutti, di fronte a quel figlio così geniale ed istruito, che all’improvviso iniziava a parlare in lumbard con tanto di dovizia nelle parole ormai in uso solo nei navigli.

Senatore di lungo corso, solido navigatore tra i politicamente mortali flutti delle correnti democristiane, già deputato e senatore della Repubblica, sottosegretario di Stato, inventore dei ‘Gratta e Vinci’ (si narra che il ministro al quale Angelo Picano sottopose l’idea gli abbia risposto ‘Parliamo di cose serie e lasciamo stare ste fregnacce‘), sorridendo ha tranquillizzato tutte: “Non è niente, è solo diventato leghista”.

In casa è subito tornata la calma. Nessuna malattia grave. E’ solo uno dei ciclici cambi di pelle politica necessari per sopravvivere a se stessi e buggerare un elettorato che guarda la forma e non la sostanza, la pelle e non il democristiano (rispettabilissimo) che c’è dentro. Così, dopo la Democrazia Cristiana, l’Udeur, Forza Italia sponda Franco Frattini, Scelta Civica (la sfortunata formazione politica del professor Mario Monti), Forza Italia 2.0, per Gabriele venne il momento di Noi con Salvini.

Leghista quindi. E non di seconda scelta. Perché Gabriele entra sempre dal portone principale: se non può fare (per questioni anagrafiche) il coordinatore regionale o nazionale del movimento giovanile, allora fa il coordinatore o vice provinciale. Così accadde nel passato. Così accade ora con Salvini. E’ stato nominato coordinatore provinciale. E dal quartier generale collocato nel territorio dell’ex repubblica Cisalpina, ci informano che lo hanno fatto «Al fine di armonizzare e coordinare le azioni aggregative delle adesioni ed organizzative dello sviluppo orizzontale di “Noi Con Salvini” sul territorio della Regione Lazio come concordato con il Vice Presidente, il senatore Raffaele Volpi». Saranno lombardi ma l’idioma è il tipico burocratese romano.

Subito, l’esperto Gabriele, non dimentico delle sue esperienze a capo della società Aeroporti di Frosinone, ha iniziato a volare alto. Ed ha dichiarato «Non c’è nessun accordo tra la Lega e Forza Italia per le amministrative del 2016. Anche perchè al momento non esiste nessun movimento ufficiale nella provincia di Frosinone ricollegabile al gruppo “Noi con Salvini” ».

I vari salviniani che stavano proliferando nei vari municipi, da Frosinone ad Arce, passando per Cassino adesso sono avvertiti. Loro non esistono. Perché non esiste nessun movimento ufficiale che li abbia legittimati. Sedotti e abbandonati. Ora devono confrontarsi con Gabriele: senza dover parlare in lumbard, potranno esprimersi anche in lingua locale.

E se non dovessero essere in sintonia, poco male: basterà aspettare. Gabriele soffre spesso di questi cambiamenti politico linguistici.

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