Il panorama, le polveri sottili e il caso ex Permaflex (di L. D’Arpino)

Frosinone resta una città record per lo smog: otto sforamenti dei limiti in 9 giorni. Subito dopo le notizie che la qualità dell'aria è migliorata. Gli ambientalisti non vogliono il centro commerciali all'ex Permaflex per questo. Dicono che porterebbe altro smog.

Luciano D'Arpino

Giornalista, Regista e Autore teatrale, dirige la redazione di Frosinone de 'Il Messaggero'

Chi passeggia per Frosinone alta si ferma spesso al Belvedere di piazzale Vittorio Veneto. Da lì il panorama dovrebbe essere invidiabile: si potrebbero ammirare, infatti, gran parte della valle del Sacco e le catene montuose che abbracciano la Ciociaria. Usiamo il condizionale, però, perché il panorama potrebbe sì essere invidiabile, ma in questi giorni non lo è perché all’orizzonte domina una lunga striscia di smog che incombe su Frosinone e dintorni. È l’inquinamento.

Sono le polveri sottili. Sono giorni che è così e, paradossalmente, il fenomeno si è verificato subito dopo che il sindaco ha esultato per il miglioramento della qualità dell’aria nel 2019. Complice il beltempo è tornata subito l’emergenza.

Auto in colonna

Dal panorama ai dati dell’Arpa, il quadro non cambia. Dal primo al 9 gennaio la centralina di Frosinone scalo ha fatto registrare ben otto giorni di sforamenti del limite di polveri sottili. Quella di viale Mazzini sei. Numeri record che pongono ancora una volta Frosinone tra le città più inquinate. Eppure il Comune sta provando a invertire la tendenza con le isole pedonali, la chiusura delle scuole il sabato, i controlli sulle caldaie inquinanti, le domeniche ecologiche ma queste misure, pur se hanno dato dei risultati positivi, non sono bastate a risolvere il problema.

Ci vorrebbe una politica intercomunale contro l’inquinamento, ma per ora è un’utopia.

Intanto gli ambientalisti hanno lanciato l’allarme perché la situazione della qualità dell’aria potrebbe peggiorare con la realizzazione del centro commerciale nell’area dell’ex Permaflex. «Già l’ubicazione del sito – ha denunciato Stefano Ceccarelli di Legambiente – confinante con il casello autostradale, è tale da lasciar prevedere che i flussi ad esso diretti utilizzeranno l’auto privata come mezzo d’elezione. Persino le opere compensatorie sono tutte esclusivamente mirate ad implementare il sistema viario, favorendo ancora una volta solo e soltanto la mobilità privata, fonte accertata di emissioni nocive alla salute e al clima».

Agli ambientalisti ha risposto picche il presidente dell’Asi Francesco De Angelis che ha già centrato l’obiettivo del cambio di destinazione d’uso dell’area. Anche il sindaco Ottaviani, primo fautore del progetto che dovrebbe creare 500 posti di lavoro, è intenzionato ad andare avanti nonostante le minacce di denuncia. Contrari al centro commerciale, invece, sono anche i negozianti di Frosinone. Ambiente o meno, la guerra è appena iniziata.

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