Il virus assedia la Ciociaria. Non è tempo di normalità

Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica

La Ciociaria è diventata zona Arancione. Colpa dei comportamenti irresponsabili. Di chi continua ad assembrarsi ed a non usare la mascherina. Come se fosse un periodo normale. Anche la politica continua a farlo. E invece non è tempo di normalità.

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

La situazione legata all’emergenza Covid è sfuggita di mano in Ciociaria. Bando alle ipocrisie, basta con il buonismo e con il giustificazionismo sfrenato. Ed è sfuggita di mano soprattutto per i comportamenti sbagliati delle persone, dettati dall’incoscienza, dalla superficialità e da quel “negazionismo scaramantico” di fronte al virus che farebbe sorridere se non stessimo vivendo un dramma epocale.

Le zone rosse a Torrice e Monte San Giovanni Campano sono misure di sicurezza a salvaguardia della salute pubblica, quella salute pubblica che medici e infermieri stanno provando a difendere ormai da un anno ad un prezzo altissimo. Non osservare, ma anche non far osservare le regole, è pure una assoluta mancanza di rispetto per chi è in prima linea. (Leggi qui Virus fuori controllo, Ciociaria zona arancione).

Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Non si può invocare l’emergenza (sono passati dodici mesi). Bisognerebbe rendersi conto una buona volta che la scienza e la medicina da sole non bastano. Il modo più efficace per contenere il contagio da Covid-19 è osservare le regole. Ma in troppi non lo hanno fatto. Ha ragione il Prefetto Ignazio Portelli, che a Ciociaria Oggi ha dichiarato: «Incoscienza ed un costo alto fatto pagare alla comunità».

È ora di squarciare il velo della logica delle tre scimmiette, quelle che non vedono, non sentono e non parlano. In troppi continuano a generare assembramenti, in troppi non rinunciano allo “struscio”(meglio se senza mascherina), in troppi sorvolano sul rispetto del distanziamento e delle norme. In troppi hanno organizzato feste e continuano a farlo quando si sa che è pericoloso. È pericoloso bere dallo stesso bicchiere o mangiare dallo stesso piatto. Si è continuato a farlo. Si continua a fare.

E se poi per caso per strada fai notare a qualcuno che non indossa la mascherina come minimo ti becchi un “vaffa”. Non nascondiamoci dietro un dito. Esiste un’allergia pandemica al rispetto delle regole. Ma il punto è che il virus continua a contagiare e ad uccidere. (Leggi qui Con teste così non si poteva vincere la guerra al Covid).

La battaglia contro i mulini a vento

Poi c’è anche altro naturalmente. A cominciare dalle difficoltà legate al tracciamento, peraltro “moltiplicate” dall’effetto delle varianti inglese e brasiliana. Un passaggio fondamentale sarebbe quello di ricostruire nei dettagli la catena dei contatti. Ma per farlo occorrerebbe che tutti collaborassero. Invece anche in questo caso in troppi non lo fanno.

Gli assembramenti a Cassino in piena zona Gialla

Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani lo ha detto: «In questi giorni stiamo registrando una pericolosa caduta di attenzione da parte di coloro che, pur avendo avuto un contatto personale con amici o parenti positivi, continuano a circolare con leggerezza, senza rendersi conto che nei successivi giorni possono positivizzarsi a loro volta. La scienza, rappresentata dagli infaticabili medici e da tutto il personale sanitario, ha perfezionato gli strumenti a propria disposizione per indebolire e sconfiggere il virus. Ma tutto questo non ha valore se poi viene sprecata, in un giorno solo, l’intera mole dei sacrifici profusi, pensando che sia sufficiente un singolo tampone negativo, oppure la mera assenza di fatalità, dopo un contatto con amici o parenti a cui è stata riscontrata la positività».

Il virus si duplica, si moltiplica. È come se effettuasse fotocopie a ritmi pazzeschi. Non è uno scherzo e non ci si può affidare alla logica dell’io speriamo che me la cavo. Non funziona così. Fra l’altro nella giornata di ieri sono state scoperti altri casi di variante brasiliana, perfino in soggetti giovanissimi.

Le terapie intensive si sono riempite, la Asl ha ulteriormente alzato il livello di allarme. Inviando una relazione alla Regione Lazio. Il monitoraggio è continuo. Se non si blocca il contagio non si riparte. Nelle ordinanze relative all’istituzione delle zone rosse di Torrice e Monte San Giovanni Campano si legge: «È fortemente raccomandato l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie anche all’interno delle abitazioni private». Non lo scrivono per caso, vuol dire che la possibilità di contagio è altissima. Non è tempo di normalità. Il virus sta avanzando e ha rotto gli argini sul versante del contagio.

In ordine sparso E la politica eviti lo sciacallaggio
Vaccinazione anti Covid

In questo contesto nazionale si continua a procedere in ordine sparso. Ogni Regione va avanti per conto suo e anche il sistema delle zone colorate non può reggere. Il virus non si ferma al confine.

Il professor Sabino Cassese, giurista, accademico e giudice emerito della Corte Costituzionale, ha scritto ieri sul Corriere della Sera: «Per affrontare la pandemia, governo centrale e Regioni devono cambiare rotta. Hanno finora agito come se operassero nella materia della sanità, che è ripartita tra Stato e Regioni. Invece si tratta della materia “profilassi internazionale”, che spetta solo allo Stato».

Cassese ha fatto riferimento a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale con due pronunce. Bisognerebbe dargli retta, perché a distanza di dodici mesi così non funziona. La pandemia non è una materia che si può affrontare con un approccio di autonomia politica di un ente rispetto ad un altro. Ancora peggio è la “tentazione”di pensare di fare politica sulle restrizioni, sulle regole, sull’istituzione delle zone rosse, arancioni scuro o arancioni e basta. Magari pensando di costruire una campagna elettorale su quanto successo o sui provvedimenti adottati.

Un anonimo ha scritto: «Non so chi sia il paziente zero del Coronavirus, ma di sciacalli zero ce ne sono tanti». Evitiamo almeno questo. E lo eviti soprattutto la politica. I fatti dicono che nel momento in cui si allentano gli interventi la curva dei contagi riparte. Il piano di vaccinazione procede a rilento e l’impatto delle varianti è fortissimo. L’unica priorità è fermare il virus, non alimentare polemiche sperando di ottenere un voto in più. Non è l’ora del pifferaio magico.

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