La legge taglia mani. Ma gli asini non volano

di Gianluca Trento * 
La politica e i favoritismi. Un sodalizio antico e profondo. Fatto di mazzette, appalti e stipendi regalati sotto forma di inutili consulenze.
Un sistema consolidato, basato su consorterie trasversali, in cambio di quei voti necessari per diventare,in maniera disonorevole, onorevole. Una ventata di legalità sembra ora arrivare dal Consiglio Regionale del Lazio. La Pisana ha approvato, stranamente all’unanimità, la cosiddetta legge “taglia mani”. Tra
le principali novità c’è l’inserimento  di un membro della Direzione investigativa antimafia  nell’Osservatorio tecnico scientifico per la sicurezza e la legalità. Ma anche la nascita di una commissione speciale sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata nel territorio regionale. Sotto controllo, sulla scorta di Mafia Capitale, la stessa amministrazione regionale, gli enti collegati e i Comuni.

Ma la vera rivoluzione è però rappresentata dal fatto che chi finanzierà per più di 5.000 euro un candidato presidente o consigliere, qualora il proprio pupillo venisse eletto, non potrà partecipare a bandi e gare regionali. La politica, dunque, potrà essere sostenuta alla luce del sole. A farne le spese saranno coop, fondazioni o aziende che non potranno più avere un tornaconto diretto. Diretto no.