La paura che ha cancellato Latina (di L. Grassucci)

L'avvocato che spara ai ladri. La gente che blocca l'arrivo dei 'negri'. Latina cambia pelle. Trasforma la sua anima. Prima era terra di occasioni e di accoglienza. Ora la città ha perso se stessa. Rinnegando parte della sua identità.

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Latina “era” speranza, è “paura”.

Se 60 cittadini “armati” di buona volontà vanno a difendere dai “negri” l’Hotel Maggiora, e lì non arriverà nessuno. Se un avvocato si “arma” e va a difendere la sua casa prescindendo da carabinieri e polizia, è cambiata geneticamente la comunità.

 

Qui si veniva per sperare, per cercare di “rubare” opportunità. Si veniva singoli, si veniva in gruppo ma si “veniva”. Quando a Venezia gli italiani di Istria e Dalmazia vengono accolti a fischi, a Latina vengono accolti. Gli italiani di Libia e Tunisia altrove sono stati tollerati, a Latina “accuditi”. E qui ciascuno veniva a cercare una nuova carta da giocare.

 

Quelli che venivano da est e arrivavo nel campo profughi erano in fuga per la libertà, qui sono stati di passo, ma nessuno ha avuto “paura” di loro. Eravamo forti, forti di quella speranza che pervadeva anche chi c’era, qui c’era posto per una cosa che ora neanche menzioniamo: “per un sogno da realizzare”.

 

Qui c’era terra per tutti, terra bonificata; qui c’era energia, la più grande centrale nucleare d’Europa; qui si facevano fabbriche portentose, la più grande crescita economica di una Italia che cresceva.

 

La paura? Era tutto piano e solare, non era possibile e qui tutto era possibile. Anche le strade erano diritte e larghe e potevi correre. Qui andavi al mare e poi in collina con 20 minuti in Vespa. Ogni tanto Emilio Andreoli posta foto della gente di Latina degli anni ’50, ’60: ridono tutti, inventano riti, ma sorridono e hanno lo sguardo di sfida.

 

Ora? Ora abbiamo solo paura, terrore, siamo chiusi. L’energia è “sporca”, quella centrale è diventata disperazione, le fabbriche sono mostri vuoti, la terra sporcata e consumata da mille casette. E chi viene? Viene a prenderci qualche cosa, viene a violare noi, è “nemico”, è “ostile”, vero o falso che sia il suo arrivo.

I francesi avevano paura dei tedeschi fecero la linea Maginot, li aspettarono nascosti e paurosi, i tedeschi gli arrivarono alle spalle, i romani fecero il vallo di Adriano, furono spazzati via dall’inghilterra.

 

Chi ha paura ha già perso, noi abbiamo perso Latina che è speranza.

Latina periferia di Roma