L’abate, il califfo e lo zar

Sono stati (e saranno) giorni intensi. Dove si farà la storia. Ma anche la cronaca non scherza. Nazionale e locale. La provincia di Frosinone deve entrare nell’ordine di idee che nell’età della globalizzazione, mediatica soprattutto, non ha molto senso restare ancorati soltanto sul territorio.

 

L’ABATE 
Appena una settimana fa i terroristi islamici effettuavano la loro mattanza a Parigi, ma fino ad allora i giornali nazionali ed internazionali avevano calibrato il “focus” su quello che tutti hanno definito lo scandalo di Montecassino. Ora, siamo tutti uomini di mondo e sappiamo benissimo che i processi sui giornali sono ben diversi da quelli (eventuali) nelle aule giudiziarie. Le accuse di appropriazione indebita all’ex abate dom Pietro Vittorelli dovranno essere dimostrate. Non ci addentriamo, invece, sul filone del gossip che prenderà altre strade.

L’effetto però quale è stato? Quello di turbare l’intera comunità monastica benedettina di Montecassino e di sconcertare i fedeli. Non soltanto le pecorelle smarrite, ma soprattutto il gregge forte e saldo, perfino i cani pastori che dovrebbero indicare la via. Poi però dom Donato Ogliari ha chiesto scusa a tutti, lui che non ha nulla da farsi perdonare, lui che è stato scelto come “commissario” in tempi non sospetti proprio per risanare l’ambiente. Il Vaticano sapeva. E lo sapeva prima.

Adesso tutto è chiaro. Il gesto di dom Ogliari ha rimesso al centro della scena il cattolicesimo benedettino. La capacità di chiedere scusa ha avuto l’effetto di separare l’erba buona dalla… zizzania. Mettendo la Chiesa in una posizione di umiltà che i fedeli, ma anche i laici, hanno percepito. Un’operazione avvenuta proprio mentre le bandiere nere del Califatto terrorizzano lo stile di vita occidentale. Non è avvenuta per caso. Neppure nella tempistica.

 

IL CALIFFO
Veniamo al Califfo. L’Isis, con gli attentati di Parigi, ha centrato un obiettivo politico non indifferente: la Francia ha detto di essere in guerra, l’Europa si è adeguata. Gli effetti? Il trattato della libera circolazione di persone e merci appartiene già al passato, per prendere un aereo sarà necessario inviare una sorta di curriculum vitae e anche finanziario. Non è finita: come verrà gestita adesso l’emergenza dei migranti? Non certo nell’ottica della tolleranza e della carità cristiana.

Ci sarà una stretta, inevitabile. In buona sostanza l’Isis ha costretto l’Occidente a ripiegare su quello che è il bene più prezioso: la libertà. Molte garanzie verranno sospese perché, lo ha detto Francoise Hollande, “siamo in guerra”. Ai nostri figli tra poco diremo che “se ci sono persone che reputano giusto e nobile uccidere in nome di Allah”, allora “anche noi possiamo desiderare che queste persone vengano spazzate via dai bombardamenti a tappeto”. E’ già così, apriamo gli occhi. L’Islam contro l’Occidente. L’Occidente contro l’Islam. Vi ricorda qualcosa? Le crociate, da opporre alla guerra santa. Il filosofo Giambattista Vico aveva ragione: “Corsi e ricorsi storici”.

 

LO ZAR
Ma a chi si affida l’Occidente cinico e superficiale per abbattere il Califfato? A Vladimir Putin, zar di tutte le Russie, fino a pochi giorni fa descritto come dittatore di stampo ex comunista. Dal canto suo Putin si è immediatamente schierato al fianco della Francia di Hollande. Perché lo ha fatto?

A spiegarlo, fuori dal coro e in orari televisivi proibitivi (intorno alla mezzanotte), ci hanno pensato autorevoli analisti militari. In particolare un professore israeliano: “La verità è che l’attacco a Parigi è stato determinato anche da quanto sta succedendo in Siria. Per essere più chiari: l’intervento militare russo ha colpito molto l’Isis, indebolendolo sul territorio e costringendolo ad indietreggiare. A quel punto il Califfato ha deciso di puntare su una decina di uomini che terrorizzassero l’Europa. Da qui la pianificazione degli attentati a Parigi. L’Isis teme molto più la Russia che gli Usa, perché sa che Putin farà di tutto per accreditarsi agli occhi dell’Occidente per ottenere il ritiro delle sanzioni per la vicenda dell’Ucraina”.

Infatti Putin (che è stato capo supremo del Kgb quando c’erano l’Urss e personaggi come Breznev e Andropov) non si fermerà. L’Occidente poi, gli Usa in particolare, hanno storicamente bisogno di chi fa il lavoro sporco. Ragionamento che richiama alla mente l’invio di truppe marocchine durante la seconda guerra mondiale. Con tutto quello che ha significato per la Ciociaria in termini di stupri e non solo. Il pensiero torna a Montecassino. “Succisa virescit”: tagliata, ricresce. Un messaggio di speranza dall’Abbazia.

Anche ai tempi del Califfo braccato dallo Zar.

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