L’alleanza Scalia – De Angelis non può funzionare: ecco le falle

di ERMISIO MAZZOCCHI
Storico della Sinistra

Rigore e chiarezza. Credo che il Congresso del PD debba avere una caratura politica di alto livello, quantificando e qualificando la sua proposta per avviare il processo di cambio per il miglioramento della vita dei cittadini.

Un obiettivo che presuppone un tracciato rigoroso del suo percorso di composizione di un progetto di rinascita economica e sociale di questo territorio che si incastri con le proposizioni programmatiche del governo di Zingaretti e di Renzi. Ritengo che occorra costruire l’agenda delle priorità di intervento su le criticità del territorio dal lavoro all’ambiente, dalla sanità ai trasporti, per rendere efficaci le motivazioni di un congresso. Su questo campo si deve misurare tutto il partito con le sue diverse sensibilità.

Si apre un nuovo capitolo di questa Federazione che non può essere ridotto a uno spostamento di pedine su la scacchiera delle convenienze. Un nuovo impianto organizzativo deve essere sopportato da un progetto convincente tale da abbattere rassegnazione o indifferenza rispetto a una politica che potrebbe essere deludente. Occorre, quindi, compiere un’operazione di grande valore politico indirizzata a esaudire le attese, le potenziali richieste di vita migliore, verso obiettivi che puntino alla liberazione da una vita precaria, dal bisogno, dall’ingiustizia. Solo questi obiettivi sono in grado di mobilitare le persone e di ridare alla politica vigore e prospettiva.

Molti si affannano a comprendere e interpretare ipotetiche alleanze e intese tra il variegato mondo dei componenti delle diverse aree alla ricerca di una composizione di perfetto “equilibrio” di reciproca compensazione. Questo ragionamento mostra delle falle vistose. E’ evidente che gli “equilibri” non possono essere raggiunti se sono proiettati verso scadenze elettorali e in funzione delle candidature in ragione del fatto che le decisioni sono prese a livello nazionale, che potrebbero seguire logiche che non tengono per nulla in conto le aspettative locali.

Inoltre, qualsiasi intesa, il passato ne ha dimostrato la fragilità, non garantisce nessuna stabilità di governo del partito, se questa non è il prodotto di una volontà comune di costruire insieme una piattaforma politica-programmatica. La dimostrazione è nelle ragioni di svolgere un congresso proprio perché si ha la necessità di ritrovare una stabilità che nessuno singolarmente o in parte può assicurare. Sottrarre la politica al piccolo cabotaggio rafforza la volontà e giustifica l’impegno per il cambiamento. Occorre riconoscere che esistono aree e diversità che animano il PD provinciale.

Questo non giustifica che si possa pensare a un gioco delle parti, né che basta qualche effimera intesa, più volte sottoscritta e altrettante volte disattesa, tra i protagonisti più coinvolti e interessati, perché non reggerebbe in quanto nel PD si muovono e rivendicano una parità di ruolo altre forze che non accettano logiche restrittive. Quelle intese in definitiva non poggiano su nulla, esulando dai “contenuti” politici e scadendo nel personalismo.

Queste considerazioni valgono anche per la scelta del Segretario, non licenziabile sbrigativamente con uno scambio di ruoli o di reciproche assicurazioni. Le modalità statutarie per la sua elezione sono note. La elezione del Segretario poggia su accordi di programma e di convenienze convergenti da parte delle diverse espressioni di area. Nessuno, singolarmente né con qualche patteggiamento con chi che sia, può garantire una consistente e duratura ricomposizione di tutto il partito se il Segretario non è il risultato di una condivisione degli obiettivi politici e di una convergenza convinta dell’insieme del partito.

Su la linea di partenza potrebbero essere molteplici le candidature, nulla togliendo a chi da Segretario ha svolto il suo lavoro egregiamente e che comunque resta un punto di partenza. Ritengo che questo congresso può rappresentare una novità e per un verso anche una speranza di cambiamento e sia una spinta a guardare avanti, carico delle incombenze che sono di un partito che si è assunto la responsabilità di governare il paese.

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