L’Antonio furioso, la Stampa libera ed il Pd a brandelli

Mai visto. No, ci correggiamo immediatamente: mai letto un Antonio Pompeo così incazzato. Nel comunicato stampa se l’è presa con tutti, mancava solo una requisitoria contro il buco dell’ozono o una rivelazione sull’attentato a Kennedy.

“Basta con la politica delle chiacchiere, affrontiamo i reali problemi del Paese”. Giusto. Ma quando? Ha definito il dibattito di questi giorno “ferragostano”, alimentato da “cocomerate”, articolato “in sandali e bermuda”. Ha citato monsignor Nunzio Galantino e Alcide De Gasperi, ha tuonato contro i personalismi e le ambizioni individuali, ha rivendicato l’azione della Provincia in tutti i settori nonostante tagli e difficoltà. Ha definito un “non tema” il gruppo unico del Pd alla Provincia, si è scagliato contro il suo predecessore (eletto) Antonello Iannarilli (Peppe Patrizi era commissario), rimproverandolo nell’ottica del “senti chi parla”. Quindi, nel pieno del “sacro furore” per aver ormai conquistato il pulpito, ha lanciato l’ultimo anatema: “E gli organi di informazione potrebbero dare una grossa mano in tal senso, spostando la barra dell’attenzione proprio su questioni reali”.
Caro presidente Pompeo, gli organi di informazione ogni giorno hanno la barra dritta sui problemi reali: la disoccupazione, l’inquinamento, la sanità, le strade a pezzi, le scuole che cadono, la sicurezza. Con un’azione di registrazione e di denuncia. Caro presidente, il giornalismo “etico” appartiene ad altri regimi, la stampa libera fa il suo lavoro.

I politici e gli amministratori possono dire altrettanto? Se questa provincia è ormai scivolata nelle dinamiche del Profondo Sud, la responsabilità di chi è? Della stampa che racconta o della politica che latita, si nasconde, si accontenta delle briciole romane e non risolve un solo problema di questo territorio?

Però siamo chiari: al presidente Antonio Pompeo hanno dato fastidio le polemiche sul gruppo unico del Pd. Altro che non tema. Il segretario provinciale Simone Costanzo e il capogruppo Antonio Cinelli sono stati chiari: “Forza Italia andava estromessa mesi fa, non solo adesso, non per fare un favore al senatore Francesco Scalia, interessato a rispondere al consigliere regionale Mario Abbruzzese dopo quanto successo all’Asi e al Cosilam”.

Altro che non tema. Antonio Pompeo sa che il Pd non si riunirà mai. E la stampa dovrebbe spostare la barra dell’attenzione?

La stampa lascerà la barra su entrambe le rotte: quella dei problemi reali e quella delle manovre politiche. Manovre politiche che interessano molto a giudicare dai click sulle notizie pubblicate sul nostro blog.

Lasci stare la stampa presidente, si concentri sui problemi reali come peraltro già sta facendo. Quanto al Pd, non ha scelta neppure lei: l’unità interna è una chimera. Dovrà conviverci.

Con o senza Francesco Scalia…