Libere Chiese in libero Stato. Anche a Gallinaro

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

La Costituzione della Repubblica Italiana garantisce la libertà di religione. Tutte le confessioni sono eguali davanti alla legge ed il rogo per gli eretici è stato abolito da tempo. Allo stesso modo la Chiesa di Roma ha mandato in soffitta da alcuni secoli padre Tomàs de Torquemada e le sue persecuzioni ai moriscos ed ai marranos, rivelandosi sempre più una chiesa basata sulla Misericordia e sul dialogo. Bisogna partire da qui per fare chiarezza sulla scomunica annunciata una settimana fa a carico della ‘Nuova Gerusalemme di Gallinaro‘. Altrimenti si rischia di sconfinare nel sensazionale e trascendere nel pettegolezzo.

Domenica scorsa la Congregazione per la Dottrina della Fede (l’organismo che ha la funzione di vigilare e tutelare la dottrina sulla fede ed i costumi in tutto l’orbe cattolico) ha voluto fare chiarezza su un aspetto: un punto sul quale è pienamente d’accordo anche la Nuova Gerusalemme di Gallinaro. E cioè che nessuna delle due chiese (intese come comunità di fedeli) ha a che fare con l’altra. Santa Romana Chiesa è una cosa, la Nuova Gerusalemme è un’altra cosa. Ognuna è libera di pregare ciò in cui crede, con parità di diritti di fronte alla Costituzione italiana. La scomunica, in pratica, ufficializza il fatto che i devoti del Bambinello di Gallinaro non fanno parte della chiesa di Roma. E la contro scomunica annunciata da Gallinaro / Gerusalemme al Papa sta a confermare questo.

Era necessaria? Indispensabile. E non più rinviabile. Per una questione di chiarezza a vantaggio di tutti. Ora chi va alle riunioni di preghiera guidate da Samuele Morcia ha ben chiaro che non sta pregando lo stesso Dio che invece si prega nella Basilica del Santuario della Madonna di Canneto. E viceversa.

E’ fuori dal tempo e dalla storia chi pensa che che nei prossimi giorni i fedeli della ‘Nuova Gersualemme di Gallinaro’ verranno marchiati a fuoco, non verranno più ammessi come testimoni né potranno fare testamento, i loro figli non potranno accedere a nessun beneficio ecclesiastico fino alla quarta generazione, potranno essere ridotti in schiavitù come i veneziani scomunicati nel Trecento.

C’è poi la questione delle indagini della magistratura. Con la fede c’entrano niente. Nessuna ipotesi di persone indotte a fare donazioni con la promessa del Paradiso, nessuna storia di eredità lasciate in maniera sospetta, nessuno la cui buona fede sia stata carpita, risultano al momento agli atti del magistrato della Procura della Repubblica di Cassino che sta coordinando gli accertamenti. Il sostituto procuratore sta controllando se siano tutte regolari le donazioni fatte o se qualcuno abbia approfittato della Nuova Gerusalemme per ripulire dei soldi. A sua insaputa o con la sua complicità è una questione eventuale e successiva. Al momento si sta ancora accertando se tutti i versamenti siano ‘normali’ oppure se una parte dei soldi sia tornata indietro compiendo quello che il codice chiama ‘Riciclaggio’. Le 5 persone iscritte nel registro degli indagati rappresentano un atto dovuto, con il quale consentire la verifica sui conti bancari a loro intestati e consentire a loro stessi di controllare se i controlli della Procura stanno controllando bene. Nessun conto risulta sequestrato al momento, nessuna somma risulta congelata.

A dirla tutta: si tratta di accertamenti che in tempi recenti hanno riguardato anche la Chiesa cattolica. I conti dello Ior sono stati al centro di svariati controlli sulla loro limpidezza, i movimenti sui conti della Curia di Napoli sono stati attentamente scandagliati solo pochi anni fa.

Detto ciò. Questo blog ha una posizione chiara sulla materia: è quella che ha sostenuto dal principio e cioè che non si può essere Cristiani a metà (leggi qui la posizione di Alessioporcu.it) ed è quella ottimamente riassunta dalla penna del filosofo Biagio Cacciola (leggi qui il commento di Biagio Cacciola) e nella quale si riconosce.

E’ per questo che sostiene vada evitato ora il rischio che tutto finisca in caciara. Per il rispetto che si deve a ciò che è Divino, sotto qualsiasi forma lo si voglia vedere.

Il rischio di una deriva lo si vede dal gioco mediatico che si sta innescando in queste ore: dichiarazioni attribuite al vescovo emerito Luca Brandolini (leggi qui) e non confermate dall’interessato nella parte in cui si parla di sospetti mafiosi. Repliche giustamente a tono ma altrettanto fuori dal pentagramma. Si arriva a far volare stracci, pissidi e paramenti. «Discutibili iniziative di natura commerciale», «E’ lui che ha compromesso i rapporti», «Nessun fenomeno misterioso a Gallinaro», ««Tre valigie piene di documenti sui miracoli preparate da Giuseppina e mai ritirate dalla Curia sorana».

A questo gioco si deve avere il coraggio di dire no. Si rischia di trasformare ciò che è Divino in materiale per lo studio di Barbara D’Urso.