La luce di Emanuele e le tenebre del branco

La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”, scriveva Isaac Asimov. Aveva ragione, perché la violenza distrugge senza costruire, annienta senza provare neppure a capire. La tragica e assurda morte di Emanuele Morganti non può avere una spiegazione, malgrado il circo mediatico produca articoli e interviste a raffica, testimonianze e ricostruzioni. Non può esserci un perché ad un gesto compiuto dal branco, un branco assetato di legittimazione e di incitamento reciproco, un branco che ha bisogno di spettatori che applaudono. Un branco che confonde (perché proprio non riesce a capire) l’omertà con l’onore, la prepotenza con la forza, la delinquenza con l’autorevolezza.

Non può esserci una spiegazione ad un massacro avvenuto in momenti e luoghi diversi. Nessuno è intervenuto, ripetono tutti. Vero, ma la maggior parte non lo ha fatto per paura. Questo la dice lunga sul concetto che ormai si ha di società e di solidarietà.

Alfred Hitchcock ha detto: “La paura non è così difficile da capire. Dopo tutto, non siamo stati tutti spaventati da bambini? Nulla è cambiato da quando Cappuccetto Rosso ha affrontato il lupo cattivo. Ciò che ci spaventa oggi è esattamente la stessa cosa che ci spaventava ieri. E’ solo un lupo diverso. Questo complesso di paura è radicato in ogni individuo”.

Il fatto è che il mondo è pieno di lupi cattivi, indifferenti e stupidi, capaci di sentirsi forti soltanto insieme. Perché da soli non sono nessuno, neppure nella spirale cieca della violenza. Infatti da soli si comportano da vigliacchi. Scappano e negano, piangono e chiedono perdono (senza essere pentiti però).

Il massacro di Alatri è troppo grande nella sua assurda violenza. Ha spezzato la vita di un ragazzo innamorato della vita e ha rovinato l’esistenza di tutti quelli che gli volevano bene: fidanzata, genitori, amici. Tutti. Certamente la giustizia deve fare il suo corso e la cautela del procuratore capo De Falco è garanzia di serietà e di verità.

Al di là delle singole responsabilità, però, resta il fatto: un branco di lupi affamati contro una persona inerme. Uccisa perché era migliore di loro.

Dice Gesù a Nicodemo: “E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio”.

Gli uomini del branco amano le tenebre e nelle tenebre hanno agito. Ma non potranno scappare dalle loro responsabilità.

Emanuele invece è sempre stato nella luce.

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