La domenica dei migranti: il lucro dell’accoglienza


di Adamo PANTANO
Sindaco di Posta Fibreno

 

 

Ho trascorso una domenica intera a cercare di capire. Com’è possibile che di notte scaricano diversi pulmini di migranti in un’abitazione privata e il sindaco non sa niente?

Lo so solo perché mi hanno chiamato i miei cittadini spaventati. Allertati dalla presenza nelle strade, a suonare alle loro abitazioni, di migranti abbandonati. Lasciati senza nessuna assistenza dalla loro legalizzata accoglienza: governata dall’interesse di ottenere rimborsi in denaro pubblico.

Si perché coincide la generosità di chi affitta l’immobile con la vocazione caritatevole e solidale della cooperativa o società che si propone e fa autorizzare dallo Stato la gestione di questi poveri sventurati.

E quindi un piccolo sindaco di una piccola comunità deve spiegare ai propri cittadini che nessuno lo ha chiamato o gli ha scritto di questi arrivi.

Ah però il sindaco è la massima autorità di pubblica sicurezza e ufficiale sanitario e di anagrafe del proprio territorio! Dettagli irrilevanti. Quello che conta è che il sindaco risponde personalmente per una buca, una frana, alluvione, terremoto, neve, se cade un ramo in mezzo la strada o se un cane randagio aggredisce un passante…

Certo noi piccoli sindaci per tappare una buca adottiamo una procedura amministrativa estenuante e dobbiamo essere trasparenti fino all’ultimo centesimo speso. E non gestiamo per l’emergenza migranti bandi milionari.

Questo è uno sfogo di chi per cultura, formazione e appartenenza politica non può essere definito razzista, xenofobo, non solidale, non accogliente. Insomma ho sempre creduto che le persone vanno messe al centro dell attenzione indipendentemente dal sesso, razza, età, ceto sociale, religione. Pertanto non accetto menate morali da persone più a sinistra di me, o da chi ricopre incarichi di governo o da chi ultimamente attua la nuova politica sociale della Chiesa dopo secoli di buio.

Vorrei solo far capire, a chi ha ruolo di governo, che l’ integrazione è un valore che va condiviso e non imposto. Soprattutto nelle piccole comunità. E che la solidarietà e l’accoglienza sono sentimenti innati e naturali. Non vanno mercificati. E ancora che la trasparenza delle procedure dissinnesca le paure e le tensioni che affliggono la gente comune. Gente che vive già un estremo disagio economico. Gente che per questo non crede più a niente, non vede futuro per i propri figli, vede solo spettri. E a questo punto non crede più neanche al proprio sindaco.

Per chiudere con una metafora diciamo che noi sindaci dei piccoli Comuni siamo il sifone dello Stato. E ognuno è libero di trarre le proprie conclusioni.

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