Quei politici incapaci, pronti ad intestarsi il lavoro degli altri (di L. D’Arpino)

Foto: copyright Mikael Maria D'Alessandro

La pazienza dei ciociari. Di fronte a politici incapaci a trovare una soluzione ma pronti ad intestarsi il merito dell'operazione Ideal Standard quando le cose ormai erano state fatte. La pazienza degli utenti dell'ospedale e dei pendolari. Nell'analisi di Luciano D'Arpino

Luciano D'Arpino

Giornalista, Regista e Autore teatrale, dirige la redazione di Frosinone de 'Il Messaggero'

Luciano D’Arpino

per Il Messaggero

ed Frosinone

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Elogio della pazienza dei ciociari questa settimana che, come il Giobbe biblico, sono stati capaci di sopportare le infinite tribolazioni della vita quotidiana senza mai arrivare alla disperazione e perdere la fiducia nel futuro.

Prendete i trecento operai dell’Ideal Standard di Roccasecca: lunedì mattina, finalmente, dopo mesi di angoscia hanno appreso che non avrebbero perso il posto di lavoro per merito di un altro imprenditore che ha una fabbrica ad Anagni e della mediazione del Governo, che sul piatto ha messo anche svariati milioni per facilitare l’acquisizione.

Ebbene, la gioia di quei lavoratori è stata subito guastata dall’insopportabile sfilza dei commenti dei politici, di tutti gli schieramenti e di tutti i livelli, che hanno fatto a gara ad intestarsi il merito di quell’operazione quando, nei mesi precedenti, non erano riusciti a trovare uno spiraglio all’annunciata chiusura della fabbrica entro la metà di febbraio.

«Pazienza – hanno commentato – guardiamo avanti adesso che c’è da pensare all’immediato futuro». Ora, infatti, i 300 lavoratori dovrebbero essere riassunti entro due anni ma, nel frattempo, si dovrà gestire la transizione e bisognerà vigilare affinché tutti gli impegni vengano rispettati.

Infinitamente pazienti, poi, sono stati quei malati che, arrivati al Pronto soccorso di Frosinone sono dovuti restare per ore sulle barelle delle ambulanze perché non c’erano letti sufficienti a disposizione.

Costretti ad avere la pazienza di Giobbe, infine, sono stati i senzatetto e i clochard a cui le Ferrovie dello Stato, con una discutibile decisione, hanno chiuso di notte le porte della stazione ferroviaria di Frosinone. Unico rifugio e riparo dal freddo polare di questi giorni.

L’unico a protestare con forza è stato don Ermanno D’Onofrio, un po’ poco per il cattolicissimo capoluogo. Di sicuro il prete-coraggio non si rassegna e neanche i poveri che assiste.

Loro, d’altronde, non potrebbero neanche permetterselo.

 

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