Più variabili che certezze. Sulla giostra delle comunali

Le Civiche sono fondamentali per vincere le elezioni. ma troppe volte diventano un elemento di instabilità per le amministrazioni una volta elette. Le primarie sono sparite dai radar dei due blocchi a Frosinone. mentre sui rifiuti è scaricabarile

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Una volta si facevano i congressi per definire i rapporti di forza all’interno dei Partiti. Ma c’era un minimo comun denominatore fermo e condiviso: l’unità. Chi perdeva si metteva comunque a servizio del Segretario. Magari facendo opposizione interna, ma in ogni caso con lealtà e spirito di appartenenza. Oggi i congressi non si fanno più, Pd a parte. Ma ad essere venuto meno è quel minimo comun denominatore.

Nel frattempo, soprattutto per quanto riguarda le comunali nei centri più piccoli, a dominare sono le liste civiche. Poi però nel corso della consiliatura succede che le civiche vengono riassorbite dai Partiti. Oppure si schierano. E a quel punto il giro ricomincia. È questo il motivo per il quale tutti i Partiti, nessuno escluso, devono fare i conti con questo tipo di opzione: le civiche. Fondamentali per vincere le elezioni. Poi però possono rappresentare un elemento di instabilità.

La politica è ferma
Foto: Alvaro Padilla / Imagoeconomica

In autunno si vota in 24 Comuni della provincia di Frosinone, tra i quali Alatri e Sora. Alla fine si andrà sempre ad un confronto tra centrodestra e centrosinistra, ma con troppe variabili. E le spaccature potrebbero avvenire nei fatti più che nella forma. Fratelli d’Italia punta alla leadership nel centrodestra: il senatore Massimo Ruspandini non si è nascosto nell’intervista a Ciociaria Oggi. La Lega naturalmente cercherà la stessa cosa.

La domanda è: visto che la competizione è legittima, si può pensare che in ogni caso la coalizione si presenti e remi unita oppure no? Il nodo è questo. Per esempio a Sora.

Stesso ragionamento nel Pd. Base Riformista di Antonio Pompeo potrebbe indicare due candidati a sindaco di riferimento ad Alatri (Fabio Di Fabio: ufficiale) e Sora (Maria Paola D’Orazio: in corsa). Ci sarà il sostegno anche delle altre correnti, in particolare di Pensare Democratico?

Ormai in Ciociaria le elezioni locali si svolgono in un quadro di frammentazione spesso trasversale. 

Le primarie sparite dai radar

Nicola Ottaviani

Tra un anno si vota a Frosinone, il capoluogo. Nicola Ottaviani non potrà ricandidarsi a sindaco dopo due mandati. Difficile per tutti toccare palla con Ottaviani: per gli assessori, per i consiglieri di maggioranza, anche per i Partiti. Lui vorrà continuare a recitare un ruolo di primo piano nel capoluogo. Da regista. La domanda è: glielo consentiranno? Cioè, chi intende candidarsi a sindaco nel centrodestra lo farà cercando la “benedizione” di Ottaviani oppure no?

Sicuramente ci saranno quelli che ne chiederanno l’appoggio e quelli che invece proveranno a ballare da soli. Sullo sfondo il tema della selezione della classe dirigente. Sia nel 2012 che nel 2017 si sono svolte le primarie. Ma in nessuno dei due casi c’era il minimo dubbio su chi le avrebbe vinte. Stavolta sarebbe diverso considerando i nomi che circolano: Adriano Piacentini, Danilo Magliocchetti, Riccardo Mastrangeli, Antonio Scaccia, Fabio Tagliaferri, Massimiliano Tagliaferri, Carlo Gagliardi.

Claudio Durigon, coordinatore regionale della Lega, ha fiutato il pericolo: eccessiva frammentazione, esasperazione dei personalismi, possibilità che il vincitore prenda meno voti di tutti gli altri sfidanti insieme. E questo sarebbe un elemento di instabilità. Senza considerare che alla fine chi perde potrebbe pure decidere di uscire dalla coalizione. Poi c’è la politica. Il centrodestra a Roma ha trovato una sintesi. E siccome Frosinone è un capoluogo di provincia, lo schema potrebbe tenere in considerazione tutti gli equilibri del Lazio.

Infine, dipende sempre dai momenti storici. In questo frangente celebrare le primarie potrebbe essere interpretato anche come un modo dei Partiti di scaricare le responsabilità.

Complicato pure che le primarie si effettuino nel centrosinistra. La coalizione è ferma e nel Pd le opzioni in campo sono due: Mauro Vicano e Michele Marini. Entrambi hanno intenzione di puntare su coalizioni civiche. Ma il punto vero è che non si vede alcuna possibilità di intesa. Esattamente come non si vedeva nel 2017 tra Fabrizio Cristofari e Michele Marini. Anni fa sarebbe intervenuta la segreteria provinciale del Partito. Oggi questo non succede.

Va pure considerato che a sinistra del Pd, anche in consiglio comunale, c’è un mondo politico che andrebbe coinvolto nell’ambito di una coalizione. Invece la sensazione forte è che ci si affretti con calma. Così come è paradossale che in Ciociaria il Pd e il Movimento Cinque Stelle non si pongano neppure il problema di un’alleanza sul territorio. 

I rifiuti di Roma e l’inno allo scaricabarile

L’ingresso della discarica Mad a Roccasecca

Ormai è evidente: il gioco è quello di demandare al Prefetto di Roma la scelta di individuare una discarica che possa scongiurare l’emergenza immondizia nella Capitale. Fra l’altro il momento è particolare: le riaperture (domani il Lazio è zona bianca), la campagna vaccinale, gli europei di calcio. (Leggi qui Sul tavolo del prefetto di Roma la riapertura di Roccasecca).

Il Comune di Roma continua a non scegliere, la Regione Lazio ha deciso di controbattere colpo su colpo a qualunque tipo di dichiarazione del Campidoglio. Va tutto bene, ma il problema non si risolve.

Tra le ipotesi sul tappeto c’è anche quella di riaprire il sito di Roccasecca, dove per anni i rifiuti di Roma sono stati conferiti. Evitando l’emergenza. Ma il punto è che la società che gestisce la discarica, la Mad, ha rinunciato all’autorizzazione ambientale. Si potrebbe procedere con una procedura di esproprio, ma servirebbero almeno 70 giorni per concludere tutto. Un tempo incompatibile con l’emergenza ormai dietro l’angolo. D’altronde già adesso i rifiuti di Roma vengono trattati da diversi impianti in Italia.

Ma se Sparta piange, Atene non ride. Pure per i rifiuti della provincia di Frosinone manca una nuova discarica. Ci vorrà un anno. E nel frattempo? L’unica strategia è quella di provare ad andare avanti a colpi di proroghe. 

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