Gli impegni per la Ciociaria, la luna e l’azienda da salvare (di L. D’Arpino)

Foto: copyright Archivio Frosinone Calcio

La frustata di Maurizio Stirpe alla politica chiacchierona e inconcludente ci ricorda quanto siano lontani idee e progetti di rilancio per il territorio. Come ci ricorda anche il caso Ideal Standard

Luciano D'Arpino

Giornalista, Regista e Autore teatrale, dirige la redazione di Frosinone de 'Il Messaggero'

Luciano D’Arpino

per Il Messaggero

ed Frosinone

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«Dove sono le proposte e gli impegni per la Ciociaria?» La domanda a bruciapelo l’ha posta venerdì, durante un convegno, il numero due nazionale di Confindustria, l’imprenditore ciociaro Maurizio Stirpe. (leggi qui Stirpe frusta la politica: «Si lanciano allarmi e poi si fa nulla. Troppe chiacchiere»)

Era indirizzata ai partiti e ai candidati impegnati nella campagna elettorale per le Politiche e le Regionali del 4 marzo prossimo. Si tratta, evidentemente di un quesito retorico che nasconde una critica feroce ed è questa: finora gli imprenditori non hanno sentito nessun progetto concreto per rendere di nuovo appetibile il territorio a potenziali investitori.

Dopo questa bacchettata ci si attenderebbe ora una gara degli aspiranti parlamentari e consiglieri regionali, di tutti gli schieramenti, per dimostrare il contrario: vedremo se questo accadrà nei prossimi giorni. Intanto, ancora una volta, i politici locali una cosa l’hanno evidenziata: quando sono in gioco scelte strategiche per la Ciociaria, non toccano palla. Sono marginali. Non riescono ad incidere.

Intervengono, è vero, su ogni questione con comunicati spesso chilometrici, ma non scalfiscono minimamente il problema che vorrebbero affrontare.

 

L’ALTRO NODO

Sempre venerdì, infatti, mentre i candidati correvano, a destra e manca, a caccia di voti, il gruppo Saxa Gres di Anagni stava cercando di chiudere la trattativa per l’acquisizione dell’Ideal Standard di Roccasecca.

Da mesi i dirigenti di quest’azienda hanno comunicato che avrebbero chiuso la fabbrica entro la metà di febbraio licenziando 320 persone. Totalmente inascoltati, infatti, sono stati gli appelli dei politici per rinviare questa decisione o comunque per evitare che la fabbrica, in attivo e concorrenziale sul mercato, chiudesse senza scontare nessuna conseguenza. Ma non è accaduto nulla.

Ora tutti sono con il fiato sospeso per vedere come finirà il vertice al Ministero convocato per lunedì mattina.

La fabbrica sarà acquisita dal gruppo ciociaro? Saranno salvati i 320 posti di lavoro, anche se scaglionati in due anni?

La domanda iniziale, allora, ritorna in tutta la sua essenzialità: dove sono gli impegni per la Ciociaria? Bisognerà rispondere e non continuare a fare finta di niente o a indicare soluzioni generiche.

Sarebbe un’altra occasione persa che andrebbe a confermare un vecchio proverbio che dice: «Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito».

 

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