Qualcuno salvi Montecassino

Fratelli e sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà! Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, a servire l’uomo e l’umanità intera! Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!“. La frase è di Giovanni Paolo II^, al secolo Karol Wojtyla.
Soltanto Cristo sa cosa è dentro l’uomo. Solo lui lo sa.

Qualcuno salvi Montecassino allora!

La vicenda umana di Dom Pietro Vittorelli non può travolgere il valore di un luogo simbolo della spiritualità, della cristianità, del cattolicesimo, della cultura. Le pubblicazioni sui vizi privati e le pubbliche virtù stanno travolgendo tutto. Sono altra cosa, anzi non c’entrano nulla, con la questione della presunta appropriazione indebita dei soldi dell’otto per mille. Però sono dirompenti, pazzesche, incredibili. Dom Pietro risponderà davanti a Dio nella solitudine della sua coscienza. Ma qui c’è dell’altro in gioco, c’è molto di più. C’è la Chiesa, che è cosa diversa dal Vaticano. C’è un ordine, quello benedettino, senza il quale la cultura occidentale semplicemente non ci sarebbe. Perché il monachesimo benedettino ha consentito la trasmissione del sapere filosofico, storico, logico, matematico, letterario. Tutto! Non avremmo mai conosciuto il sillogismo aristotelico o i processi di conoscenza socratici. Teniamolo presente. La Chiesa sopravvive da duemila anni per la sua straordinaria capacità di adattarsi ai tempi. Nella Chiesa hanno sempre convissuto i poveri e i principi, gli umili e gli arroganti. La ristrutturazione dell’attico del cardinal Bertone non c’entra nulla con i missionari che rischiano la vita per portare la parola di Dio nel mondo. Ma le due “anime” convivono. I Palazzi Vaticani non hanno niente a che vedere con i sacerdoti delle favelas. Ma le due “anime” convivono. Purtroppo. Ma convivono.

Certamente la vicenda di Dom Pietro Vittorelli va oltre tutto questo, ma Montecassino è un’altra cosa. San Benedetto è un’altra cosa. Papa Bergoglio intervenga in prima persona. Lui che è adorato dalle folle e detestato dalla Curia romana. Lui che vuole fare pulizia, ma poi consente che due giornalisti vengano indagati per la pubblicazione di documenti segreti che altri hanno consegnato loro. Non si fermi al dito, guardi la luna.

Papa Francesco sta dimostrando un coraggio senza precedenti, ma non potrà farcela da solo. Ha bisogno di una “squadra”, ma non riesce a trovarla perché nelle gerarchie vaticane non c’è una classe dirigente “rivoluzionaria”. Come ha dimostrato l’esito del Sinodo. Non potrà farcela se l’unico messaggio che si trasmette è quello della gogna mediatica per chi pure si è macchiato di gravissimi peccati: pedofilia, furto, corruzione e quant’altro. Non potrà farcela se non recupererà il senso della “dottrina”. Papa Wojtyla aveva Ratzinger come Prefetto della Congregazione della fede, perciò ha potuto fare quello che ha fatto.

La Chiesa povera tra i poveri di Bergoglio non può fare a meno della “dottrina”. La religione è ben diversa da un afflato sociale.

In questo ragionamento Montecassino è centrale: più volte ricostruita, l’Abbazia è l’incarnazione di quella Regola che ha tenuto insieme il divino e l’umano, l’eterno e il quotidiano. La preghiera e il lavoro, lo spirito e il corpo. Montecassino è parte fondamentale della “dottrina”. Va difesa, va protetta, va salvaguardata. I fedeli sono sconcertati da quello che leggono. Ma qualcuno dovrà pur ricordare loro che Cristo è venuto per dare una speranza a tutti, per ricordare che nessuno può giudicare. Per dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio.

L’abbazia di Montecassino è “sotto attacco”. Ma stavolta non sono le bombe alleate. Stavolta è il Diavolo in persona. L’obiettivo è chiaro purtroppo: distruggere alle fondamenta il valore di un luogo simbolo. Il Vaticano si ponga il problema, altrimenti non resterà pietra su pietra.
Quella comunità monastica rappresenta la fede, coniugata alla cultura occidentale. Il Papa dei poveri non la lasci sola. Mandi personalità di assoluto prestigio per riscoprire il valore della Regola. Non indietreggi sulla “dottrina”.

Qualcuno salvi Montecassino.

E chi è senza peccato scagli la prima pietra.