«Roberto Saviano salva tu la dignità dei giovani polacchi morti a Montecassino»

di ANGELA NICOLETTI
La Provincia Quotidiano

Ho ancora ben impressa nella mente la tua immagine. Sullo sfondo il cimitero polacco, imponente e maestoso, illuminato con migliaia di fiaccole e tu che racconti la storia triste, dolorosa, indimenticabile dei combattenti sul Sacro Monte.

Era il 25 aprile del 2015 e tu, caro Roberto Saviano, con quella puntata speciale sul giorno della ‘Libertà nazionale’, hai fatto si che tutto il mondo vedesse la mia terra, mia di altre centinaia di migliaia di persone orgogliose di essere nate e cresciute a Cassino, orgogliose di potersi alzare ogni giorno e vedere quello splendore fondato da San Benedetto da Norcia.

Lo sai, caro Roberto, che quando c’è il sole e il cielo è terso, noi che viviamo a Cassino ci sentiamo quasi in paradiso? Il motivo è semplice e banale. Basta volgere lo sguardo verso il monastero per vedere quelle mura candide scintillare sotto i riverberi. Sembra di avere a portata di mano un’enorme girella di Capodanno. Tu con quella trasmissione ci hai ulteriormente resi orgogliosi delle nostre origini. Orgogliosi di poter ospitare tre cimiteri di guerra e le spoglie del valoroso generale e comandante polacco Anders. Orgogliosi del fatto che sui libri di storia Montecassino venga ricordata per il suo alto valore umano e che i cassinati vengono ricordati come ‘cittadini martiri’.

Sono passati solo otto mesi da quella tua diretta e oggi tutti è cambiato. Quel luogo di sacralità rischia di diventare un luogo di consumismo e speculazione. Nella parte sovrastante la tomba del Generale Anders c’è in progetto di realizzare un’agrifarm. Nel posto in cui il sangue polacco ha reso rossi i papaveri di Montecassino sta per arrivare l’inciviltà.

Perché l’intelligenza dell’Uomo sta anche nel capire dove sia possibile portare il progresso e dove invece non sia cosa opportuna. Tu che ti sei fatto promotore della nostra storia ora dovrai essere il suo baluardo.

La roccaforte che dovrà evitare lo scempio delle ruspe tra i boschi dell’Albaneta e orde rumorose di turisti tra le lapidi in fila del sacrario militare. A Montecassino e nei boschi dell’Albaneta si va per riflettere sull’importanza del sacrificio umano e non mercificare o per selfieggiare senza neanche sapere cosa siano i papaveri rossi di Montecassino.