Rondò frusinate. E Ottaviani a Capo Horn (di C. Trento)

Le rotatorie a De Matthaeis sono solo un segnale. Di come sarà l'ultima parte del mandato Ottaviani a Frosinone. Il sindaco farà ancora di più di testa sua. Come dimostra lo scontro dialettico con il Polo Civico, il più consistente nella sua maggioranza

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

La novità non è di poco conto. Nicola Ottaviani ha superato il giro di boa della metà del secondo mandato consecutivo da sindaco: due anni, sei mesi, un giorno. Metaforicamente è come se avesse doppiato Capo Horn. La prossima volta non potrà concorrere per la fascia tricolore. Con ogni probabilità sarà candidato, con la Lega, alla Camera nell’eventualità di elezioni politiche anticipate, ma il punto non è questo.

Foto: © A.S. Photo, Andrea Sellari

Il punto è che Ottaviani intende concludere il mandato e da adesso in poi vuole farlo ancora di più a modo suo. Consapevole dei malumori e dei mal di pancia che ci sono all’interno della sua stessa maggioranza. Consapevole dell’eventualità che, dopo di lui, più di qualcuno potrebbe orientarsi verso coalizioni di tipo diverso, soprattutto civiche. Consapevole che in teoria potrebbe essere sfiduciato da eventuali “ribelli”. È successo a Ceccano, a Cassino, ad Anagni.

Ma sfiduciare Ottaviani non è semplice e la domanda che il sindaco si fa è: ce l’avranno? Il coraggio naturalmente. Una cosa è certa: in questi ultimi due anni e mezzo farà di testa sua su tutto. Senza compromessi.

Il botta e risposta, via social, con il Polo Civico, è emblematico. La lista di Gianfranco Pizzutelli è quella più numerosa in maggioranza. Ha dubbi sulle rotatorie di De Matthaeis. E lo ha scritto: «Qualora non si registreranno miglioramenti sulla circolazione chiederemo una immediata sospensione». Immediata la replica di Ottaviani: «È esilarante notare come il “coraggio”di don Abbondio riesca ogni tanto a mietere proseliti anche tra alcuni politici di Frosinone che, dopo aver sostenuto la necessità delle innovazioni, alla prima criticità sono disposti a rinnegare loro stessi». E la controreplica del Polo Civico: «Ti chiediamo scusa se anche questa volta non abbiamo fatto il voto del silenzio».

È l’antipasto dell’ultimo scorcio della consiliatura bis di Ottaviani.

Isole pedonali, rotatorie e muro contro muro

Il leader di Polo Civico, Gianfranco Pizzutelli

Non si placano le polemiche sulle isole pedonali. Giovedì sera in via Aldo Moro una trentina di commercianti ha protestato in modo clamoroso: chi ha spento le luci, chi ha abbassato le saracinesche, chi ha fatto l’uno e l’altro. Emblematici i cartelli: “L’isola ci isola”. “Chiusi come le strade”.

L’Amministrazione Comunale ha fatto sapere che si proseguirà con le isole pedonali. Polemiche pure per l’impatto delle rotatorie a De Matthaeis. Anche in tal caso il Comune ha detto che non si torna indietro. Ora, in altri tempi sarebbe stato più semplice cercare un confronto. Adesso no, perché il clima è cambiato profondamente, sia per quanto riguarda la politica nazionale che per le dinamiche cittadine.

Da un lato il sindaco Nicola Ottaviani rivendica il diritto di effettuare scelte che in altre parti del Paese si fanno da decenni. Le zone a traffico limitato nelle città toscane, emiliane, umbre e marchigiane costituiscono un fiore all’occhiello e un traino anche per le attività commerciali. Perché a Frosinone non è possibile? C’è indubbiamente una sorta di “allergia” del capoluogo ad ogni tipo di cambiamento. Ma c’è anche il fatto che quasi sempre i “no”non vengono accompagnati da proposte alternative.

E neppure si guarda al contesto globale. Perché, limitatamente al periodo natalizio, gli eventi in programma al Parco Matusa possono costituire un’attrazione formidabile anche per chi, prima o dopo, vuole andare a passeggiare in via Aldo Moro.

La rotatoria a De Matthaeis

Certamente però la viabilità va migliorata, le file di macchine non possono starci, i parcheggi vanno garantiti. E l’attrattività della zona pure. Detto questo, le ragioni di trenta negozianti di via Aldo Moro andrebbero ascoltate. Con la premessa però che le scelte su queste materie competono all’Amministrazione Comunale.

A Frosinone da anni manca il confronto. Anche e soprattutto in politica. In consiglio comunale le grandi tematiche non arrivano mai e gli interventi sono tutti “contro”. Mai “per”. La critica a priori la fa da padrona. Senza considerare quel vizio antico di dipingere il capoluogo sempre e soltanto a tinte fosche. La logica dello scontro è l’unica che trova cittadinanza nel dibattito politico ma anche sociale. E spesso “culturale”.

Tornando alla situazione all’interno della maggioranza, la sensazione è che in tutti questi anni Nicola Ottaviani non abbia digerito la mancanza di entusiasmo della sua stessa coalizione sui vari progetti presentati e ultimati. Non gli è mai mancato il sostegno in aula, ma è stato più tecnico che… empatico. E poi ci sarà un motivo per il quale da ormai quattro anni le sedute del consiglio comunale si svolgono in seconda convocazione. Per non correre il rischio, cioè, che in “prima”possa mancare il numero legale.

Non è il massimo della fiducia di un sindaco nei confronti della sua maggioranza.

Quel coraggio delle donne che rompe i… silenzi

Stefania Furtivo

Siamo abituati alle dichiarazioni improntate alla massima cautela dei “maschietti”, che da queste parti ancora imperano in politica. Negli ultimi giorni diverse donne hanno dato a tutti una lezione di coraggio. Lo ha fatto Alessandra Sardellitti (Pd) nel difendere l’Amministrazione Provinciale.

Lo ha fatto Francesca Gerardi (Lega) nel mettere i puntini sulle “i” nel centrodestra. Lo ha fatto Sara Battisti (Pd) nell’uscire allo scoperto sui tempi del congresso di Partito. Lo hanno fatto Martina Innocenzi e Alessandra Maggiani, sempre dei Dem, sulla stessa tematica.

Lo ha fatto Stefania Furtivo (Fratelli d’Italia) per quanto concerne la rotta che il centrodestra dovrebbe tenere alla Provincia. Tutte loro hanno parlato un linguaggio chiaro, esplicito, senza nascondersi dietro quel “politicamente corretto” che ha l’unico effetto di allontanare la gente dalla politica. E dai politici.

Si fa un gran parlare della necessità che ci siano più donne nei ruoli chiave della politica, dell’economia, del sociale. Sarebbero un valore aggiunto.

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