La nostra Rotterdam è la Tirreno – Adriatico

 

di MARIO ABBRUZZESE
Presidente Commissione Riforme
Consiglio Regionale del Lazio

 

Egregio direttore,

approfitto di nuovo dell’ospitalità del blog Alessioporcu.it per esprimere la mia opinione su quanto da te scritto poc’anzi. (leggi qui i container di Rotterdam e il vuoto di Frosinone)

Nel caso di Rotterdam hanno fatto la differenza la qualità delle idee, quelle che dovrebbero far risorgere la nostra provincia all’interno del quadro regionale e del sistema paese. E le possibilità ci sono, ma spesso non vengono riconosciute perché la politica molto spesso ha paura di perdere consenso a discapito dell’economia.

Ma andiamo per ordine. Permettimi di dissentire sul fatto che la presenza di Fca e di Giulia a Cassino siano una questione di fortuna. Credo invece siano il risultato di una visione strategica del territorio che ha creato, attraverso l’organizzazione del Polo Logistico, le premesse per far si che la Fiat continuasse ad investire in questa zona.

Credo, inoltre che sia sbagliato far credere ai lettori che esista una contrapposizione, o meglio, una guerra tra di due consorzi industriali presenti in questa provincia, l’Asi e il Cosilam. Ed è altrettanto un errore far credere che Asi possa inglobare il Cosilam. Sappiamo tutti, infatti, che la Regione Lazio ha compiti di costituzione e controllo dei consorzi industriali, ma non il potere di fusione. L’accorpamento di questi enti, infatti, necessita il benestare di due assemblee, e non mi sembra questo il caso. Pertanto, è indispensabile mettere fine ad una querelle che non ha una sua natura giuridica sul nostro territorio.

Non penso che il problema sia nel numero dei consiglieri regionali e deputati presenti sul territorio, ma bensì la qualità dell’azione politica che il singolo o un gruppo sono in grado di portare avanti. La politica è fatta di idee, di progettualità e di capacità.

In un periodo storico come quello che stiamo vivendo la territorialità limitata in un determinato perimetro conta poco se la stessa non si inserisce in un contesto nazionale ed Europeo in termini economici.

Il problema dunque non è il nord contro il sud o viceversa: stiamo parlando di una contrapposizione ideologica che ha più motivo di esistere in una concezione moderna della nostra società.

Anche noi potenzialmente abbiamo la nostra Rotterdam.

Ritengo, infatti, che un’idea strategica per la nascita di una nuova stagione di sviluppo sia la realizzazione dell’asse di collegamento strategico Tirreno-Adriatico. Questo potrebbe essere l’asse vero, concreto in grado di unire le province di Frosinone e Latina per un obiettivo ambizioso, economicamente parlando, questa potrebbe essere appunto la nostra Rotterdam.

Quest’opera sarebbe in grado di far diventare questa porzione di territorio uno snodo cruciale tra le economie dei due mari e dell’Italia Centrale.Per fare ciò non è necessario il numero dei parlamentari, ma bensì capire la strategia di sviluppo.

L’asse però “non sa da fare”. Non perchè sia un pessimo progetto, perché altrimenti negli ultimi anni non sarebbe stato recepito continuamente nel Def della Regione Lazio, il problema è che a proporlo è Mario Abbruzzese. Ecco, appunto, la paura della politica di perdere consensi a discapito dell’economia. La povertà di chi pensa di amministrare bene la cosa pubblica.

Il collegamento veloce Cassino – Frosinone – Roma rappresenta un’altra tappa importante per rilanciare i processi di sviluppo sul territorio. Questa infrastruttura potrebbe far diventare Frosinone una zona d’élite di Roma con tutti i benefit annessi e connessi.

Sarà importante, inoltre giocare di squadra per accompagnare l’attuazione dell’area di crisi complessa non solo guardando agli ammortizzatori sociali. Perché di ammortizzatori sociali si muore e non si creano prospettive occupazionali per nostri giovani e non si difendono i posti di lavoro che sono ancora attivi sul territorio provinciale.

Dobbiamo guardare il sistema sanitario nel suo complesso e non l’ospedale di Frosinone distinto da quello di Sora e quello di Cassino. Serve una visione più ampia nella gestione politica della provincia di Frosinone.

La sciagura ambientale della Valle del Sacco deve appartenere a tutti. Non possiamo disinteressarci di questa criticità soltanto perché appartiene ad un’area circoscritta della Ciociaria e della provincia di Roma. L’ambiente non ha confini, non ha barriere.

E guardando questo esempio la politica non deve cadere nell’errore di rinchiudersi in uno spazio territoriale fine a se stesso.

Accompagnare, quindi, come no, la fusione delle Camere di Commercio di Frosinone e Latina, per creare un Lazio meridionale più forte. Vado atto al presidente della CCIAA, Marcello Pigliacelli di aver saputo leggere il momento storico economico che stiamo vivendo, dando il la ad un accorpamento da cui si possono trarre sicuramente benefici.

Se saremo in grado di ragionare in questa direzione potremmo sopravvivere, altrimenti saremmo destinati alla fine politica e territoriale di questa provincia.

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