Se qualcuno ha sospetti su Cassino venga a dirli in Commissione

 

di Sarah GRIECO
Consigliere Comunale di Cassino
Dirigente Partito Democratico

 

 

Caro Direttore,
approfitto del suo seguitissimo blog per commentare quanto sta accadendo nella mia città in questi giorni, dopo che la notizia di un presunto reato di associazione a delinquere per violazione delle norme sull’immigrazione ha raggiunto una serie di personaggi politici di Cassino.

Ho sempre pensato che la politica abbia bisogno di sedi deputate in cui svolgersi ma purtroppo l’inaspettato spostamento del Consiglio straordinario sulla questione a martedì prossimo mi ha reso impossibile prendervi parte per impegni familiari fissati da tempo.

E così mi sono decisa ad intervenire nel dibattito politico con questa lettera aperta. Perché è vero quello che sosteneva in un suo articolo di qualche giorno fa: le accuse non possono restare senza risposte. (Leggi qui il precedente) I  silenzi a volte rischiano di diventare troppo assordanti e chi riveste ruoli pubblici ha il dovere di prendere delle posizioni. Credo che ognuno di noi lo debba ai propri elettori, a tutti i livelli.

Prima di affrontare il nodo politico però mi lasci dire, e senza retorica, che una proroga delle indagini non è un avviso di garanzia; non è neppure l’applicazione di una misura cautelare con quel giudizio sui “gravi indizi di colpevolezza” che necessariamente comporta. Siamo in una fase talmente embrionale che prima di avventurami in giudizi o sentenze già scritte, sarei estremamente cauto.

Tutti ci professiamo garantisti ma a volte sembra più una clausola di stile che una convinzione profonda. La gente è affamata di giustizia che, in alcuni casi quando ad essere coinvolti sono personaggi politici, sfocia in giustizialismo.

E’ comprensibile. La gente è arrabbiata, insofferente, incattivita dai privilegi e dall’arroganza di certa politica. Come dargli torto? La cosa meno comprensibile però è quando sono proprio i politici a cavalcare quella sete di giustizialismo dei cittadini senza neppure porsi il dubbio che forse i prossimi a cadere nella gogna mediatica potrebbero essere proprio loro.

Io credo che quando i casi giudiziari vengano strumentalizzati per sferrare attacchi politici a pagarne lo scotto alla lunga sia più chi li sferra che chi li riceve.

E’ quello che è accaduto a Cassino nella Sala Restagno all’indomani della notizia con la conferenza stampa organizzata dall’ex Sindaco Petrarcone e da altri consiglieri. (Leggi qui la conferenza stampa di Petrarcone in Sala Restagno). Si è corsi ad esprimere giudizi politici ipotizzando fantasiosi complotti e complessi intrecci economico-imprenditoriali, degni dei migliori thriller politici di sempre.

E così vengo a scoprire che, dietro una cooperativa nata nel 2011, si sono annidate le oscure ragioni di una sconfitta elettorale. Non più i brogli, quindi. E neppure la mancata adozione del piano urbano del traffico, il vuoto di quattro anni dopo la revoca della variante al PRG, lo smantellamento di piazza Labriola con il mercato delle scarpe, o un cervellotico progetto di funivia mai decollato. Niente di tutto ciò.

Ma c’è di più. Dalla conferenza vengo a sapere che anche le scelte politico-amministrative degli ultimi sei mesi sono state condizionate da quella cooperativa, così come le fondamentali nomine che avrebbero reso addirittura impossibile per l’Opposizione (quella con la O maiuscola) svolgere il suo ruolo!

Ora. Vede direttore, se vogliamo tornare ad essere seri, non consento a nessuno di fare insinuazioni né sul mio conto né sulle mie scelte politiche.

Nessun interesse né economico né di altra natura hanno spinto me, come sono convinta altri consiglieri, a prendere determinate posizioni sia prima delle elezioni che da quando siedo nei banchi del consiglio comunale.

Anzi, a dire il vero, un interesse che mi ha mosso c’é: quello dei cittadini che mi hanno eletto e che mi hanno dato fiducia senza che potessi promettere niente di concreto in cambio ( e capisce a cosa alludo), se non serietà e impegno. E la mia battaglia sull’ex Secim per salvare il Parco del Gari, progetto estremamente caldeggiato dalla maggioranza, lo dimostra.

Lo dico con fierezza, me lo consenta.

Vorrei anche dire che se ci sono delle irregolarità nelle votazioni del consiglio comunale, queste mi venissero rappresentate nella settima commissione, quella di garanzia e controllo, che presiedo. Una commissione che ho convocato più volte dal nostro insediamento, dove la mia collega Sabrina Grossi è vice-presidente e dove la voce “varie ed eventuali” non è mai mancata in ogni ordine del giorno. Invito a porre tutte le questioni poco chiare; anche su questa vicenda. Lo farò anch’io da Presidente. Con tutte le conseguenze del caso.

Mi chiedo infine dove stati costoro nei 5 anni di governo che li ha visti protagonisti dell’amministrazione. Perché non hanno mai ritenuto di fare una ricognizione seria di queste cooperative che proliferavano agendo indisturbate mentre il numero di migranti sul nostro territorio saliva vertiginosamente? Come mai non hanno scoperchiato questi vasi di Pandora?

Troppo comodo correre a convocare una conferenze stampa. Si sarebbe potuta fare anche all’indomani dell’inchiesta sui brogli elettorali. Nessuno si è permesso di farlo pur sapendo chi vi potesse essere coinvolto e di quale coalizione facesse parte. Questione di stile.

La questione dei profughi è un’emergenza seria, impellente; non può essere trasformata nell’ennesimo strumento di attacco politico per giustificare i propri fallimenti.

Allora faccio un passo avanti. Perché non decidere di sostenere tutti assieme con forza e convinzione la proposta lanciata da Milena Gabbanelli sulla trasformazione delle ex caserme in hub per la gestione dei migranti? Perché non iniziare un dibattito serio sul punto?

Questo si che vorrebbe dire lanciare il cuore oltre l’ostacolo affrontando le emergenze e trasformandole in opportunità di lavoro e sviluppo per i nostri territori.

Questo si che vorrebbe dire fare cose di sinistra.

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