Se l’elettore non li ‘reggae chiù’ allontani chi fa promesse per i voti

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di ARTURO GNESI
Sindaco di Pastena

Caro Direttore,

di sicuro le considerazioni che ha fatto prendendo spunto dalla canzone di Rino Gaetano (leggi qui il precedente) sono ponderate e motivate dalla sua esperienza giornalistica che da anni le consente di conoscere a fondo i tanti vizi e le poche virtù dei diversi gruppi politici che ad ogni livello hanno governato il nostro territorio.

Ritengo che sia poco utile sparare sul mucchio, perché genera distacco, disaffezione, delusione e crea paradossalmente un vuoto di attenzione sulla gestione della cosa pubblica che favorisce coloro che confondono l’interesse pubblico con gli affari privati e si abituano ad usare il potere per consolidare il consenso personale.

La politica deve mantenere un profilo alto e allontanare chi recluta i voti con promesse di favori o addirittura li compra in cambio di elargizione di denaro. I corrotti e i collusi sono il male oscuro della democrazia e non basta solo reclamare giustizia e pretendere regole chiare, trasparenti ed efficaci, occorre incoraggiare i giovani a farsi carico dei bisogni e delle speranze della comunità di appartenenza.

Ma puntare il dito sulla classe dirigente è sufficiente a cambiare le cose o a rinnovare il costume e le abitudini che spesso calpestano i principi della giustizia e della solidarietà sociale?

Basta un segno di fastidio o un gesto di rifiuto per mettere fine al sistema colloidale e paludoso del voto di scambio?

Bisogna guardare a chi sta attorno alle classi dirigenti, a chi sta dietro gli appalti, a chi tiene in ostaggio la politica sempre meno espressione del voto popolare e del libero confronto tra i cittadini.

Per quanto possa essere presa in considerazione la mia esperienza da sindaco ormai a termine di legislatura, preferirei essere giudicato sul cammino reale percorso in questi anni, sulle tensioni morali espresse , sugli obiettivi mancati o sui traguardi raggiunti.

Ė necessario il giudizio della gente e si può essere bravi o meno bravi, essere promossi o bocciati su valutazioni obiettive e mirate ma diventa mortificante essere assemblato ad una classe dirigente pigra, insensibile e spesso ignorante descritta nel brano “Nun te reggae più

Nessuna colpa del cantautore, nessuna accusa al direttore, ma solo la speranza che la politica diventi un ideale e non un posto, un cammino e non una carriera, un incontro e non l’esaltazione dell’individualismo. Dalla consapevolezza di spendere un pezzo della mia vita per migliorare la società e con il pensiero di proporre una politica alternativa all’uso dei cittadini come entità numeriche, nasce la speranza di non aver perso tempo nel pretendere una politica giusta e al servizio della società.

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