Stati Generali, Amata: «La Provincia dica si al piano D’Amico»

di ANDREA AMATA
Vice Presidente
Provincia di Frosinone

Il presidente Guido D’Amico lancia sul blog Alessioporcu.it una proposta interessante: la convocazione degli Stati Generali della provincia di Frosinone, coinvolgendo istituzioni, parlamentari, amministratori regionali e provinciali, sindaci, associazioni di categoria, sindacati, forze sociali, per cercare di immaginare cosa vuole essere questo territorio e quale prospettiva di sviluppo vuole percorrere. (Leggi qui la proposta di D’Amico)

Di certo è utile anche porre dei paletti. In primo luogo che non sia un evento fine a se stesso, che non sia una fiera delle vanità programmatiche. Se ha senso convocare gli Stati Generali, bisogna poi che producano un progetto e iniziative concrete e fattibili.

Troppo spesso abbiamo assistito a programmi e intenzioni faraoniche che però poi non hanno avuto ricadute pratiche.
Anche l’approccio degli stakeholder che vi prenderanno parte dovrà essere di questo tenore. Nessuno ha la bacchetta magica, ma con umiltà e disponibilità all’ascolto si possono stilare delle progettualità realizzabili.

Per cui, a nome della Provincia, anche in qualità di delegato alle politiche di sviluppo economico manifesto disponibilità a sederci attorno ad un tavolo e a discutere del futuro di questo territorio, mettendo al centro le infrastrutture, il lavoro, la tutela dell’ambiente.

Queste a mio avviso sono le priorità da affrontare con un’iniziativa credibile, forte e corale che dia impulso al rilancio economico-sociale della nostra provincia, evitando di accartocciarci in una condizione di avvilente sterilità.

Non possiamo limitarci a proporre obiettivi effimeri e irraggiungibili innescando una spirale velleitaria e demagogica. La politica per riconquistare la fiducia della gente deve essere credibile e non considerare il contesto territoriale alla stregua di una roulette in cui si puntano e si rilanciano gli obiettivi in un crescendo di traguardi miracolistici senza indicarne le modalità di realizzazione.

Il rischio è di finire implicati in una letale roulette…russa. Bene, dunque, un confronto a condizione che si proponga una visione motivante del futuro attorno alla quale mobilitare le tante energie che esprime il territorio. Da noi non mancano le energie, semmai scarseggiano i catalizzatori.

Le politiche di sviluppo locale richiedono una territorialità attiva che si genera da azioni collettive di tipo inclusivo, aperte al cambiamento e all’innovazione in una governance multilivello tra enti locali, regioni, stato e UE.

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