Uno Sputnik in un occhio. Nelle mani del menagramo Putin

La triplice scivolata di Biden e la 'seccia' tirata da Putin. Nascondono uno scontro geopolitico ben più grande. E che ci coinvolge da vicino. Perché al centro ci sono i vaccini e c'è l'efficacia di Sputnik

Franco Fiorito

Ulisse della Politica

Ci ha messo solo qualche settimana cariatide Joe Biden a far tornare il mondo ad un clima di guerra fredda come non si vedeva da decenni. Come ha fatto notare qualcuno, tra l’altro, è abbastanza indelicato farlo nel pieno di una pandemia mondiale. 

Non pago di aver dato già qualche bombardata provocatoria qua e la ha approfittato di una tranquilla intervista con la Abc per dare senza mezze misure del killer a Putin ed affermare che pagherà le conseguenze per aver cercato di danneggiarlo durante la campagna elettorale.

Killer. In italiano assassino. Detto dal capo della prima potenza occidentale al capo della più grande nazione al mondo.

Lo specchio di Putin

VLADIMIR PUTIN. FOTO: REMY STEINEGGER / SWISS-IMAGE.CH

Un’accusa, una frase che avrebbe mandato su tutte le furie qualsiasi leader mondiale, provocato reazioni risentite, minacce e forse azioni di guerra. Questo se il leader non fosse stato Putin. Che a differenza di Biden quando parla, anche se calmo, incute timore. Non in questo caso però perché di fronte a cotante accuse lascia la parte risentita istituzionale al suo ambasciatore ed invece fa sfoggio di una serafica tranquillità, al livello dello sfottò, nel rispondere al presidente americano.

Quando eravamo piccoli e litigavamo al campo giochi, ci dicevamo, ‘chi lo dice sa di esserlo’. C’è qualcosa di profondo in questo“, ha asserito il capo del Cremlino. “Non è solo un gioco per bambini c’è un significato psicologico molto profondo in questo”.

Insomma tutti ad aspettarsi il classico “Ti spiezzo in due” pronunciato in russo maccheronico come il mitico Ivan Drago di Rocky. Invece niente. Praticamente gli ha detto specchio riflettente come quando da bambini si litigava e non si sapeva cosa rispondere e si sfuggiva in corner sulle frasi fatte.

Un dialogo che in base alla proprie esperienze di infanzia potremmo immaginare così:

Biden: “Sei un assassino”.

Putin: “Specchio riflettente”.

Biden “Io sono di gomma la parola ti ritorna”.

Putin: “Non mi hai fatto niente faccia di serpente”.

Volendo potremmo continuare per ore ma è già abbastanza ridicolo così.

La seccia e la scaletta

La caduta di Biden

Non pago Putin con la consueta faccia da faina, sorridente, rincara la dose.

Ci conosciamo personalmente. Come risponderei? Gli direi: ti auguro ogni bene. Gli auguro solo buona salute. Lo dico seriamente, non è uno scherzo“.

Gli auguro buona salute? Con quel ghigno, quello sguardo misto tra lo scherno ed il malocchio. Poche parole per rendere il feroce attacco di Biden quasi ridicolo al limite dell’insignificante e disinnescare la terza guerra mondiale. Almeno quella militare.

Una volta si sarebbero puntati i missili verso le rispettive basi nemiche le dichiarazioni roboanti si sarebbero sprecate, il mondo intero avrebbe temuto un conflitto mondiale. Oggi no. Nell’epoca della comunicazione ferisce più una presa in giro ben assestata che un proclama politico.

E Biden, appena sfottuto con distacco, non deve attraversare un florido periodo di fortuna perché il giorno seguente, risalendo sull’aereo presidenziale air force one, traballa incerto sulle gambe e cade. Cade non una ma tre volte. L’ultima più rovinosamente. Si rialza raggiunge comunque il portellone, accenna un saluto molto poco marziale direi modello Sturmtruppen ed acciaccaticcio scompare nel velivolo.

Ora diciamoci la verità, non c’è nessuno che non abbia pensato che quell’augurio di buona salute di Putin non gli abbia portato sfiga. E che sfiga. Una sfiga in mondovisione. Un menagramo di proporzioni stratosferiche il russo.

Come Fantozzi al casinò

La celebre scena di Fantozzi al casinò

Che nella storia battaglia solo con quello nella scena del secondo tragico Fantozzi al casinò. Quando il Mega Direttore Clamoroso Duca Conte Pier Carlo Ing. Semenzara si fa accompagnare da Fantozzi. Costringendolo a toccargli il sedere e bere litri di Perrier mentre scommette fino a quando il Mega Direttore perde il banco e va sotto di “ventidue chili di fiches” ed urla “non mi tocchi il culo menagramo. E vada via menagramo di un menagramo”.

Che è un po’ quello che deve aver pensato Biden appena rientrato sull’aereo probabilmente dedito a numerosi e diversi riti apotropaici. Certamente le probabilità che succedesse una figuraccia del genere il giorno dopo la velata iettatura di Putin erano bassissime, eppure il karma è infallibile, come cita spesso il Direttore Porcu.

E non perdona neanche la rete perché le immagini di quella triplice caduta hanno fatto il giro del mondo. E si sono trasformate in meme e video ridicoli che stanno mettendo a dura prova la credibilità del presidente americano. Il più gettonato è un montaggio di Trump che gioca a golf e colpisce Biden con le palline ad ogni tiro inducendolo a cadere.

Il più impietoso è un fotomontaggio con un montascale per anziani, come quelli che pubblicizzano di notte sulle reti Mediaset, applicato sulla passerella dell’aereo.

Nen finisceva de casca’

Scivola con quattro piatti ma non gli cadono

A me personalmente ha ricordato un elegantissimo matrimonio di un mio illustre concittadino ed amico fraterno in una splendida villa antica. Dove il padre dello sposo, impeccabilmente elegante e galante, nello sforzo di fornire alle signore sfizi del buffet si destreggiava tra i vasi antichi del giardino finendo per inciampare in uno di questi con almeno quattro piatti in mano che rendevano ancora più difficile l’equilibrio.

Sembrava già caduto quando con gesto agile mise il piede in un’altra posizione ma, malauguratamente, in un altro vasetto, iniziando a cadere dalla parte opposta per poi riprendersi anche da quella deviazione, ma sfortunatamente rimanendo da ultimo agganciato col risvolto dei calzoni in un fil di ferro, dovendo infine cedere alla gravità, quasi inginocchiandosi nel tentativo di salvare le vettovaglie, sprezzante del pericolo.

La scena che è durata qualche interminabile secondo io ed il mio amico Marcello la osservavamo comodamente seduti in un tavolo vicino, seppur passata inosservata ai più a noi era apparsa in tutto il suo svolgimento. Come in uno slow motion. E quando lo sposo è giunto poco dopo a sincerarsi delle condizioni del parente, il mio commensale lo ha fulmineamente rendicontato così in piena lingua anagnina: “Ao Padrito nen finisceva più de cascà!”.

Frase che mi fa ridere ancora oggi e che ho rivisto para para nella triste scena di Biden che tentava ogni volta di alzarsi, rovinando però di nuovo, per poi finire al suolo. 

Basta un soffio di vento

Il presidente Joe Biden. Foto Gage Skidmore

Ad onor del vero il padre del mio amico si è destreggiato con quattro piatti in mano, coefficiente di difficoltà maggiore di Biden che dai comunicati ufficiali del suo portavoce ha imputato il triplice capitombolo al vento. Si esatto al vento.

E proprio questo tornando un po’ seri ha preoccupato di più. Che l’uomo più potente del mondo dotato dei codici nucleari e di una potenza militare infinita. Dopo aver insultato pesantemente il suo più forte nemico il giorno dopo non regge nemmeno ad un venticello.

Allora torniamo alle frasi del menagramo Putin. Non è un caso che sibillinamente abbia posto l’accento sulla salute del leader americano. Perché da tempo circolano voci sulla cagionevole salute di Biden. Ed in una nazione come gli Stati Uniti, nata sul mito della forza, il comandante in capo non può essere debole. Non è una questione politica è una questione culturale.

La stessa arma la usò Trump contro la Clinton, accusata di essere debole e con i nervi a pezzi. Usò la parola americana “stamina” che noi potremmo tradurre come resistenza ma che è molto di più è tenacia, fermezza, sicurezza. Tutte qualità che non sembra aver dimostrato Biden in questa ridicola faccenda. Mentre sembra che il soave augurio di salute di Putin abbia colto nel segno distruggendo l’immagine del rivale molto più di una dichiarazione di guerra.

Il vaccino di Joe e quello di Puntin

La produzione dello Sputnik Foto: Imagoeconomica

Lo sdegno di Biden lo conosciamo. Trump in campagna attaccò molto il figlio del presidente ed i suoi affari in Ucraina. E verosimilmente informazioni tanto dettagliate le fornirono i russi. Uno scandalo che non servì a fermare l’elezione di Biden che ovviamente non ha dimenticato, legandosela al dito contro l’inquilino del Cremlino per il quale l’acrimonia appare evidente.

Ma è proprio la pandemia a rendere più nervosi gli americani. Si perché non è che i vaccini prodotti da big pharma brillino per efficacia e distribuzione. Ma soprattutto per sicurezza. Aggiungerei anche per serietà visto l’”affaire” ordini non rispettati e dosi non fornite. 

Incombe allora il vaccino Sputnik russo che, dai molti dati confrontati, sembra tra i più efficaci e sicuri in assoluto. Ha un solo difetto è russo. Per questo solo con mesi di ritardo e solo in balia degli eventi si è concesso di sperimentarlo in unione europea. Perché la intelligentissima politica vaccinale della troika ha previsto di legarsi mani e piedi ai colossi americani sottostando così alle loro scelte, ai loro tempi, ai loro errori aggiungerei.

Lo stesso vaccino AstraZeneca, che oggi terrorizza tutti, dati alla mano ha le stesse statistiche di Pfizer ed altri ma ha il torto di essere inglese, nazione come sapete oggi uscita polemicamente dall’UE. (Leggi qui È l’unico vaccino Ue: se è questo il problema ecco il braccio).

Sputnik è geopolitica

Il vaccino Sputnik V (Imagoeconomica)

E questa onta di dover ricorrere al prodotto russo sta facendo impazzire Usa ed Europa. Perché non si tratta più di semplice farmacologia ma di geopolitica. Di vera geopolitica. Di dominio. Economico, sanitario, mediatico, politico.

E non è stata mai e poi mai casuale la scelta del nome da parte dei russi. Evocativa del primo satellite inviato in orbita dall’allora Unione Sovietica che batté così nella corsa allo spazio gli Stati Uniti, sonoramente umiliati. Tanto poi da dover ricorrere alla pantomima dello sbarco sulla luna la cui costruita enfasi bilanciò provvisoriamente la figuraccia subita.

E torniamo al clima di guerra fredda così lontano ma così attuale. Solo che oggi viene vissuto su altre categorie ed un vaccino può valere più di un satellite.

C’è anche un certo fascino nella traduzione perché sputnik in russo significa compagno di viaggio. Ed il Prosteyshiy Sputnik-1 fu letteralmente un “satellite accompagnatore”. Era una piccola palla di un ottantina di chili e cinquantotto centimetri di diametro che conteneva però un grande potere evocativo

Ed a quel successo spaziale gli Stati Uniti misero molto a replicare. Come se oggi a fronte della inefficacia dei vaccini americani invece il vaccino russo si rivelasse più efficace e determinante per la sconfitta del Covid.

La sicumera di Putin

Foto: Imagoeconomica

Allora il danno per l’immagine, l’economia e la politica occidentale e statunitense sarebbe incalcolabile. E purtroppo questa guerra ipocrita ed insensata si sta combattendo sulle spalle dei cittadini in particolare dei malati e delle fasce più a rischio.

È per questo che Putin sfoggia aria di sfida e ostenta tranquillità mentre Biden traballa e minaccia.

Ed in una situazione come questa, così apparentemente tragica forse ci conviene scherzare e per chiudere citiamo la battuta di un amico che mi ha scritto  “pare che Biden abbia chiamato Fassino (già noto per le sue catastrofiche profezie) ed abbia chiesto a questo di augurare tanta salute a Putin”. Funzionerà? Lo scopriremo solo vivendo.

Comunque noi che siamo fortemente scaramantici ci teniamo a far sapere a Putin, stringendo un bel cornetto in mano, che non abbiamo niente contro di lui e anzi gli vogliamo tanto tanto bene.

Ad maiora.