La lezione dei vigneti di Bolzano per Latina e Frosinone (di G.Marzinotto)


di Gianluca MARZINOTTO
Banca Popolare di Fondi
Direttore Generale

 

 

Il treno corre veloce verso Bolzano. Si torna a casa dopo qualche giorno di riposo tra la Val Badia e la Val Pusteria. Fuori, gli interminabili vigneti ordinano i pendii e danno un senso di laboriosa attività. Qui ogni produttore lavora il proprio vigneto sapendo che la cooperativa farà il resto.

La cooperativa di Terlano è una delle più antiche dell’Alto Adige, fondata nel 1893. La cantina Keltern, sul bellissimo lago di Caldaro, è un’altra storica cooperativa di vignaioli di questa terra. A Caldaro ci sono quasi mille viticoltori, la maggior parte di essi possiede meno di un ettaro. Da qui il principio vitale del produrre in cooperazione.

Immerso in questi pensieri e con uno sguardo distratto ai social, mi soffermo su un post di Alessio Porcu, di cui seguo il blog. “Il coraggio di lasciare la competizione“, titola Alessio. (leggi qui) E racconta di Ray Noorda, CEO della Novell, e della coopetition ovvero una strategia che mette insieme la cooperazione tra concorrenti.

Ecco che ritorna la cooperazione. Terlano, Caldaro, le cooperative di vignaioli. Ciascuno il suo vigneto, ogni vignaiolo produce la sua uva. Poi però si vinifica insieme, si imbottiglia secondo regole comuni, si vende in cooperativa. E ciascuno porta a casa il suo guadagno.

Quando si parla di cooperazione, mi sento a casa. Il credito popolare in forma cooperativa esiste in Italia da fine Ottocento. Nelle nostre province di Latina e Frosinone hanno la loro sede legale ben tre banche popolari. È un mondo che conosco bene, quello della cooperazione bancaria. Ma di coopetizione, francamente non avevo mai sentito parlare. E mi incuriosisce.

Coopetizione ovvero cooperazione tra concorrenti. Comunque cooperazione. Ma il punto centrale che penso di poter cogliere nell’articolo di Alessio Porcu è che se non ci sarà coopetizione tra Latina e Frosinone, non andremo da nessuna parte: resteremo una semplice espressione geografica, fagocitati da Roma capitale.

E poiché tutto scorre velocemente, i prossimi mesi saranno decisivi. In tale contesto è fondamentale aprire un dialogo serio e costruttivo tra tutti i soggetti economici dei nostri territori, perché solo cooperando si può far sentire la propria voce. La divisione e l’individualismo fanno perdere, in politica come nell’economia. Cooperare è l’unico modo per salvaguardare i nostri territori, le nostre città, le nostre piccole e medie imprese.

140 anni fa nascevano le prime banche popolari come risposta ad un sistema finanziario che favoriva solo i grandi capitali. Grazie al modello cooperativo, piccoli commercianti, artigiani e piccoli agricoltori vennero coinvolti direttamente nelle attività produttive e nello sviluppo economico dei territori in cui vivevano ed operavano. E mai come oggi quel modello è attuale ed efficace.

E allora la provocazione di Alessio Porcu va colta nella sua essenza. Andiamo oltre la competizione individuale e lavoriamo tutti per una coopetizione vera.

Solo così potremo dare un futuro autentico ai nostri territori di Latina e Frosinone. Ci vorrà coraggio ma non c’è alternativa.

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